L’approfondimento – di Riccardo Muni: “Fermiamola!”

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Il risultato di Inter-Napoli è passato in secondo piano, poiché è stata la cronaca extracalcistica a catalizzare le attenzioni degli opinionisti. Il pubblico di fede nerazzurra, assiepato sugli spalti di San Siro, ha offerto la faccia peggiore di sé, invocando il Vesuvio e massacrando per novanta minuti Koulibaly. Solo poche ore prima, l’Etna aveva seminato il terrore tra la gente di Catania e la risposta vergognosa di San Siro, che ha invocato una tragedia simile, è suonata ancora più vergognosa. Il signor Mazzoleni, arbitro incautamente designato per il big match del Meazza, ha dapprima ignorato le richieste di sospensione avanzate da Carlo Ancelotti, facendo finta di non sentire, salvo riacquistare l’udito giusto in tempo per espellere prima Koulibaly e, appena dopo, Insigne. Proprio quelli maggiormente colpiti dal razzismo di San Siro, un senegalese ed un napoletano, hanno dovuto subire anche l’onta dell’espulsione. Il peggiore arbitro italiano, ha dimostrato ancora una volta la propria inettitudine. Tuttavia, l’episodio più grave è accaduto fuori dallo stadio milanese, con un tifoso interista che ha perso la vita. Durante la bolgia per un’aggressione da parte di alcuni tifosi nerazzurri ad un pulmino di tifosi partenopei, il malcapitato tifoso di Varese è stato investito da un veicolo che,  in un primo momento, si pensava che fosse il pulmino di tifosi napoletani. Poco dopo, si verrà a sapere che si trattava di un veicolo diverso da quello aggredito. Sembrano cronache di guerra e invece si tratta solo di una partita di pallone. Cinque anni dopo l’episodio in cui perse la vita il povero Ciro Esposito, altro sangue è stato sparso, a causa del solito infame movente: il razzismo verso i napoletani. È difficile, quindi, scrivere di calcio. Per dovere di cronaca, va detto che la partita è stata piuttosto bruttina ed il Napoli avrebbe potuto vincerla, se solo Asamoah non avesse intercettato, sulla linea di porta, la conclusione di Zielinski. Invece la partita il Napoli l’ha persa, un minuto più tardi. Questo è il calcio, con le sue regole che talvolta danno e tal altra tolgono. Quello che è inammissibile è quello che è successo dentro e fuori lo stadio. Stavolta, l’opinione pubblica non ha potuto fare finta di niente e persino il primo cittadino milanese ha pubblicamente espresso il proprio disappunto. Qualcosa di forte va fatto, da parte di tutti: il calcio deve fermarsi già al primo coro razzista e la giustizia ordinaria deve usare il pugno di ferro contro tutti coloro che giocano a fare i razzisti. E se il calcio non si ferma, abbia il coraggio di farlo Carlo Ancelotti, perché la dignità di un popolo vale molto più di tre miseri punti persi a tavolino. Nessuno osi criticare Carletto, quando sottrarrà la propria squadra a questo ignobile gioco al massacro. Intanto, Napoli sta ancora aspettando le pubbliche scuse della società nerazzurra. 

Riccardo Muni

Factory della Comunicazione

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