Ben vengano il boxing day e le tre partite in sei giorni! Parola di Giampiero Ventrone che già si immagina i calciatori post lunga sosta! E’ quello il vero pericolo, quello che si consoliderà il giorno 29 quando, per tre settimane, la serie A darà il rompete le righe. Ventrone sa che dietro l’angolo possono esserci Seichelles, Caraibi, famiglie in Argentina o in Brasile, pranzi luculliani, birra e caipirinha…
Le piace il boxing day? «Assolutamente sì. L’Inghilterra in molte cose è una Nazione pilota. È una novità bella e positiva. Nata per poter far godere dello spettacolo del calcio in un periodo in cui si sta più in famiglia. Che si vada allo stadio oppure si guardi in televisione è sempre un momento di aggregazione in più. Forse a calciatori e addetti ai lavori non potrà piacere ma bisogna mettersi nei panni di chi sta dall’altra parte della tv. Nelle famiglie italiane oltre a parenti e amici, ci sarà posto pure per la squadra del cuore».
Che tipo di preparazione si può svolgere per tre gare in sei giorni? «Nessuna. Più che altro è un ripasso. La preparazione principale consiste nel recuperare energie psicofisiche. Ci si concentra sull’avversario, sui punti di forza e di debolezza. Sicuramente dal punto di vista tattico o della preparazione si può far poco. Più che altro ci si concentra su se stessi».
Quanto aiuta la rosa lunga? «Molto, anche se in alcuni allenatori può creare qualche difficoltà nella gestione di giocatori che hanno un livello qualitativo simile. Consideriamo che le grandi sono giù abituate a giocare tre partite in una settimana. Le piccole forse un po’ meno».
E con il pranzo di Natale come la mettiamo? «Diventa un giorno come gli altri. La partita non sa che il giorno prima è stato Natale. Ma i giocatori sono professionisti e sanno che fino al 29 devono essere in tiro. Solo dopo potranno lasciarsi andare alle specialità culinarie. Poi con i viaggi e le tre settimane di sosta c’è sempre qualcuno che si lascia andare».
Quindi il problema on è il boxing day, semmai il day-off. «Esatto. Ma tutte le squadre hanno un regolamento rigido. Chi si presenta con qualche chilo di troppo fa un allenamento supplementare per smaltirlo. È stato sempre così e sarà sempre così».
Il discorso di Ancelotti prima del rompete le righe? «Equilibrio, perché sa che i giocatori non sono dei robot. Divertitevi senza eccedere e restate tranquilli perché non c’è il tempo tecnico per riprendervi se vi ripresentate fuori forma».
E quello prima del boxing day? «Che tutte le partite valgono tre punti».
Il suo consiglio? «Che a Napoli il fuoriclasse è in panchina».
Il campionato è chiuso? «In questo momento è difficile dirlo ma i sogni sono tali anche perché spesso diventano realtà».
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