ESCLUSIVA – G. Iezzo: “Napoli? Stai attento domenica allo spirito di appartenenza del Cagliari”
All'interno l'intervista all'ex portiere di Napoli e Cagliari
A Napoli non si sono ancora spenti gli echi della sconfitta di Liverpool, ma si guarda già alla prossima sfida alla “Sardegna Arena” contro il Cagliari. Ancelotti e la squadra hanno voglia di rifarsi e contro i sardi è l’occasione giusta. Ilnapolionline.com ha intervistato il doppio ex della sfida Gennaro Iezzo sul momento degli azzurri e sulla gara in Sardegna.
Da ex portiere ti vorrei chiedere un parere su Meret, Ospina e Karnezis. Quali sono i loro pregi e se li hai notati, i difetti. “Credo che sui difetti ti dico che non li ho visti in nessuno dei tre portieri. Meret è a mio avviso il miglior prospetto futuro per il nostro calcio. Lui è forte fisicamente e un senso della posizione. Bene anche gli altri due, compreso Ospina, anche se molti pensano che su Salah ha sbagliato. Il colombiano ha anticipato il movimento e l’egiziano lo messo sotto le gambe, insomma è stato anche sfortunato nella circostanza”.
Quando giocavi a porta non venivi coinvolto ad utilizzare i piedi, adesso sì. Quali sono le difficoltà per questo fondamentale? “Credo che una difficoltà è l’essere concentrato in ogni momento quando vieni chiamato in causa per giocare con i piedi. I portieri moderni li vedo comunque preparati, perché ovviamente sono allenati nel farlo ed hanno ottimi preparatori che li tengono sempre pronti all’evenienza”.
Nel Napoli Primavera ci sono due ottimi prospetti D’Andrea e Idasiak. Se li hai visto all’opera cosa ne pensi di questi due giovani estremi difensori? “Devo dirti la verità, non li ho visti dal vivo, ma me ne parlano bene. Spesso dialogo con Grava e Caffarelli ed entrambi dicono che hanno un futuro roseo davanti. Sono due giovani validi, con ampi margini di crescita e questo potrebbe essere un buon viatico per la crescita del vivaio del Napoli”.
Domenica si gioca alla “Sardegna Arena” la sfida Cagliari-Napoli e tu sei un doppio ex. Hai giocato anche con la compagine sarda, qual è il loro segreto per la loro imbattibilità casalinga? “Penso che sia l’intero ambiente a trascinare la squadra ad ottenere buoni risultati. Lo si è visto anche nella sfida contro la Roma, una partita quasi compromessa, ma il pubblico li ha trascinati ad un pari che ad un certo punto era insperato. Credo che ci sia anche lo spirito di appartenenza, la voglia di non mollare mai. Senza dimenticare che hanno in rosa calciatori rapidi e che possono far male in qualsiasi momento. Il Napoli dovrà andare lì concentrato per ottenere i tre punti e confermare il secondo posto”.
Ritornando alla gara di Anfield contro il Liverpool, cos’è mancato secondo te. Carattere, fisicità o la verità sta sempre nel mezzo? “L’altra sera il Liverpool correva di più rispetto al Napoli, ma come dici tu, la verità sta sempre nel mezzo. In partite come queste c’è bisogno del carattere, ovvero andare ad aggredire i calciatori avversari quando iniziavano ad impostare e poi sfruttare le ripartenze. Aggiungiamoci che è mancato un pizzico di fortuna, come nel caso di Milik, dove c’è stato il merito di Alisson nell’azione finale di gara. Io sono certo che queste partite serviranno per il futuro per essere determinati nelle prossime gare in campo internazionale”.
Dopo la sconfitta di Anfield sono stati messi sotto la lente di ingrandimento della critica Milik e Mario Rui. Tu che conosci la piazza che consigli ti senti di dare a loro? “Dico che hanno tutto per poter far bene in futuro e penso che sapranno come riscattarsi. Nel calcio ci sta, i momenti vanno e vengono, l’importante è sapersi rialzare e quando entrambi avranno l’occasione sono certo che si faranno trovare pronti”.
In conclusione quali sono i tuoi progetti per il futuro? “Ho un mio sogno, ovvero sedermi su una panchina e fare il tecnico, perché è una professione che mi piacerebbe davvero tanto fare. Al momento alleno i ragazzini come i miei compagni Montervino e Nicola Mora, però chissà che in futuro non possa ottenere questo importante incarico e la stessa cosa vale per Francesco e Nicola”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
RIPRODUZIONE RISERVATA ®