L’Aia valuta di creare anche in Italia una cabina VAR centralizzata
L’Aia starebbe valutando la possibilità di istituire una cabina di regia centralizzata per garantire omogeneità alla video assistenza come a Russia 2018. Una sorta di team speciale, composto solo da ex arbitri di grande esperienza. L’idea prenderebbe spunto dalla felice esperienza del Var ai Mondiali. Previa autorizzazione della Fifa, l’Aia starebbe pensando di staccare un gruppo di addetti alla video assistenza, centralizzando le operazioni di controllo e valutazione. Una sorta di squadra speciale, in cui far confluire anche i direttori di gara che hanno appena lasciato il campo per motivi anagrafici e che possano garantire al team grande esperienza nella valutazione degli episodi dubbi. Tra le modifiche al vaglio dell’Aia, infatti, ci sarebbe anche un importante aggiustamento al protocollo della video assistenza, con l’allargamento del raggio di azione del Var dai soli falli di mano in area ai contatti bassi e ai body check. Un cambiamento cruciale per evitare nuove bufere e fornire maggio supporto al direttore di gara.
LA CARRIERA«La Var pare sia diventata un disastro. Abbiamo commesso degli errori quest’anno, inutile difendere l’indifendibile, però lavoriamo di continuo con il nostro staff tecnico e ci serve ancora un po’ di tempo ma tutti noi sappiamo che la tecnologia può salvarti la carriera», ha spiegato l’arbitro Paolo Valeri di Roma ieri pomeriggio a Coverciano per l’XI Seminario Ussi e Figc. «Fino al 2017 ho arbitrato senza Var – ha raccontato Valeri – poi è arrivata questa novità che può correggere una tua decisione e far sì che possa essere quella giusta. All’inizio ci può essere stata un po’ di resistenza ma solo inconsciamente. Noi arbitri siamo tutti a favore perché evita polemiche e permette di essere più sereni. Sappiamo che la Var va usata, può salvarti dagli errori in una partita e quindi anche la carriera. Nei prossimi anni arriveremo a una grande uniformità da parte del direttore di gara e di chi è al lavoro alla Var».
FABBRI FERMATOVa verso lo stop forzato, Fabbri; Nicchi, come aveva ampiamente lasciato intendere, lo ferma per un periodo di riposo. L’arbitro viene ritenuto colpevole di aver avuto troppa fretta, rivedendo soltanto le prime immagini passategli dall’operatore senza sollecitare quelle molto più chiare di altre telecamere sul contatto in area di rigore tra Zaniolo e D’Ambrosio in Roma-Inter di domenica sera.
p.t.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CARRIERA«La Var pare sia diventata un disastro. Abbiamo commesso degli errori quest’anno, inutile difendere l’indifendibile, però lavoriamo di continuo con il nostro staff tecnico e ci serve ancora un po’ di tempo ma tutti noi sappiamo che la tecnologia può salvarti la carriera», ha spiegato l’arbitro Paolo Valeri di Roma ieri pomeriggio a Coverciano per l’XI Seminario Ussi e Figc. «Fino al 2017 ho arbitrato senza Var – ha raccontato Valeri – poi è arrivata questa novità che può correggere una tua decisione e far sì che possa essere quella giusta. All’inizio ci può essere stata un po’ di resistenza ma solo inconsciamente. Noi arbitri siamo tutti a favore perché evita polemiche e permette di essere più sereni. Sappiamo che la Var va usata, può salvarti dagli errori in una partita e quindi anche la carriera. Nei prossimi anni arriveremo a una grande uniformità da parte del direttore di gara e di chi è al lavoro alla Var».
FABBRI FERMATOVa verso lo stop forzato, Fabbri; Nicchi, come aveva ampiamente lasciato intendere, lo ferma per un periodo di riposo. L’arbitro viene ritenuto colpevole di aver avuto troppa fretta, rivedendo soltanto le prime immagini passategli dall’operatore senza sollecitare quelle molto più chiare di altre telecamere sul contatto in area di rigore tra Zaniolo e D’Ambrosio in Roma-Inter di domenica sera.
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