Qualcuno quella di ieri la chiamerà fortuna, invece, è giusto chiamarla con un nome: Milik. Lo afferma Italo Cucci commentando la gara degli azzurri ieri sera a Bergamo.
“Ancelotti è fortunato, nel suo ricettario millemoduli, ha anche il colpo di forza. Si chiama Milik, sostituisce le delizie dei piccoletti e colpisce a freddo, in quattro minuti, dall’82’ all’86’, la solita Atalanta fisica e incazzosa. La Dea non puoi batterla con un gol fortunato al secondo minuto. Non basta. E neppure sprecando ottime occasioni in contropiede, colpendo un palo o bucando facili palloni per imprecisione o superficialità. Così rischi il pareggio – che arriva bello al 56’ con Zapata – e addirittura la sconfitta. Poi s’accende la luce – dicevo – entra Milik e segna come a chiamata. Vai e uccidi. No, non è da Carletto. Ma una botta muscolare ci sta: al Milan, al Real pezzi grossi ne ha avuti. Stupisce piuttosto che non ci avesse pensato prima, valutando l’evidente fisicità degli avversari. Non belle statue ma mobili maciste. Come Zapata, abilità nei movimenti, occhio alla palla, colpo proibito. Ho immaginato uno striscione per il San Paolo: «Chi ha venduto Zapata ha fatto una cazzata». Viva Insigne, viva Mertens, ma ogni tanto l’altezza e il peso contano. Guarda Koulibaly quando si porta all’attacco fa paura, quando conta fa gol. La fortuna di Ancelotti è non solo il successo che lo tiene a distanza/speranza dalla Juve ma anche esser uscito da una lunga fase di gioco somigliante al peggior catenaccio, non quello volgarmente conservatore ma quello rispettoso che frena il gioco, le iniziative e dà anche immeritato valore all’avversario. Avesse pareggiato – o peggio perso – a Napoli si sarebbero riaperte tutte le accademie del dolcestilnovo sarriano e blabla e blabla avrebbe conosciuto anche il peggio che per ora gli è stato negato. Così ci sarà qualche raffinato solipsista che gli dirà “hai culo” e invece sarà meglio ricordarsi che ha Milik. Il polacco adesso ripete la scena di Mertens quando Carlo lo teneva giù. È tornato, Ciro, ha fatto fuoco, gol, eppoi s’è un po’ spento. Tocca a me – dice Milik, ma sbaglia. Tocca al mister. Così, a occhio, ho l’impressione che Ancelotti sappia cosa fare. E con chi. Stavolta, viva Milik”.