L’approfondimento di R. Muni: “Dovremmo essere orgoglio nazionale”

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Napoli-PSG è finita 1 a 1, risultato che mette gli azzurri in vantaggio negli scontri diretti con i temibili transalpini. Questo, di per se, rappresenta già un grande successo perché dopo il sorteggio del girone di ferro, alla squadra di Carlo Ancelotti fu recitato il de profundis con troppa fretta. Il girone degli azzurri è tra i più equilibrati, poiché le quattro squadre sono racchiuse in appena due punti. Tutto può ancora succedere ma, al momento, registriamo il primato degli azzurri a braccetto con il Liverpool, vicecampione della scorsa edizione. C’è un altro dato statistico ancora più interessante: il Napoli è l’unica squadra italiana ancora imbattuta in questa edizione di Champions League. Questo dato è quello che dovrebbe rendere orgogliosi tutti gli italiani, quelli che sostengono che oltre i confini nazionali bisogna ammainare ogni bandiera diversa da quella tricolore. Un dato effimero, fine a se stesso e che non lascia traccia nella bacheca dei trofei. Tuttavia, è un fatto che non può che far aumentare il livello di autostima del gruppo, accelerando il processo di crescita in ambito internazionale. Invece, il rigore trasformato da Insigne, che ha permesso alla nostra squadra del cuore di agguantare il meritato pareggio, è rimasto indigesto a qualche trombone a strisce. Premesso che il tweet della società sportiva calcio Napoli è stato poco opportuno, non proprio politically correct, rimangono due fatti: non offende nessuno e dice assolutamente la verità! Non c’è offesa, ne falso, se si afferma che il Napoli è l’unica squadra italiana ancora imbattuta in questa edizione di Champions League. E non c’è niente di provinciale nel ribadire un dato ovvio. Per qualcuno, invece, il tweet della società azzurra è rappresentativo di povertà intellettuale e di provincialismo. Addirittura, il cinguettio incriminato sarebbe la dimostrazione che i napoletani sono dei poveri negri. Premesso che il sottoscritto non attribuisce alcun significato dispregiativo alla parola negro, mi chiedo cosa possa giustificare tanto livore (…che travalica di gran lunga la competizione sportiva per sfociare nell’odio razziale…). Riguardando la faccia di colui che si è espresso in questi termini (…Padovan, ex direttore di tuttosport…), si nota addirittura la bava alla bocca, con decenza parlando. Per colpa dell’imbecille di turno, la giornata di Champions, che doveva essere archiviata come positiva per le squadre italiane, è stata avvelenata dal razzismo e dalla sua cecità. Il Napoli, che dovrebbe essere l’orgoglio nazionale, viene trattato come straniero in patria. Sulla paytv, ci si avvelena per il gol incassato da Gigi Buffon invece di gioire per il gol del Magnifico. L’impresa del Napoli passa in ultimo piano perché fanno notizia l’orecchio di Josè Mourinho e il cinguettio azzurro. Nemmeno il tempo di denunciare episodi di razzismo che assistiamo a qualcosa di peggio. Riusciremo mai a voltare pagina? Fa da contraltare a tanta bruttura la festa dello sport che ha attraversato le vie di Napoli, con i tifosi napoletani e parigini a braccetto. Non è un gemellaggio ma una spontanea manifestazione di reciproco rispetto e, perché no, di amicizia. Questo è il calcio che vorremmo, al di là del risultato. Chiosa finale sul tecnico del Manchester United ed il suo orecchio. Anche in questo caso si tratta di un gesto provocatorio ma non offensivo. Un gesto polemico che segue quelli di Sarri, Mihajlovic e Ancelotti. Gente che invoca il Vesuvio, che gioisce per la tragedia di Superga e che scende a patti con la malavita, non può assolutamente permettersi di dare lezioni di civiltà a nessuno. Dovrebbe riflettere su un vecchio adagio: chi semina vento raccoglie tempesta.

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni
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