C. Marolda: “Oltre il pareggio c’è la grande bellezza!”

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L’opinione di Marolda sul CdS

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“La notte di Parigi nella testa e nelle gambe? Può darsi. L’anima Champions messa a riposare? Ci può stare e si poteva anche temere. Di sicuro c’è una Roma che, avrebbe detto l’indimenticabile Petisso, gli ruba anche l’idea. Quella del gioco, del possesso, della feroce ripartenza per un tempo, mentre nell’altro s’affida alla preghiera: dio del pallone, fa che il Napoli continui a non segnare.  
Il Napoli? Il Napoli sceglie la strategia della pazienza. E l’incubo della sconfitta lo scaccia solo all’ultimo momento.

Certo, la Juve allunga, ma nulla è compromesso, perché pure la squadra bianconera non è senza dolori, visto che c’è mancato poco che a Empoli non s’inceppasse un’altra volta. E poi, dopo quello che s’è visto in Champions – non è follia e neppure paradosso dirlo dopo un pari che fa male – è evidente che un altro secondo posto sarebbe un altro dolorosissimo ripiego.

Solo un punto con la Roma, è vero; per il Napoli è notte di mezza tristezza, è vero pure questo, ma non per questo il progetto azzurro dev’essere rimesso nel cassetto. Insomma, abbasso delusione e brutti pensieri. Perché anche dopo questa notte mezza amara, c’è spazio per guardare avanti con fiducia. Del resto il signor Carlo è stato chiaro: è tempo che lo scudetto torni al sud, ha detto. Visto che il sud della serie A comincia e finisce tra Posillipo e Pietrarsa, il ragionamento non si presta a errori: è a Napoli, meglio prima che poi, che deve tornare.  

E, grandezza del pallone, stavolta sono d’accordo tutti, anche quelli che solo qualche mese fa mettevano il gioco davanti al risultato, il divertimento davanti anche a una Coppa o uno Scudetto, manco le due cose non potessero vivere felicemente assieme.  
E’ vero, non è bello né elegante parlare del passato, trascinare in confronti e paragoni il Napoli di ieri e quello d’oggi, ma non è forse vero che per tanti senza Sarri il calcio a Napoli sembrava non poter avere alcun futuro?

Ma ora i pensieri son cambiati; ora c’è Ancelotti e sono passati tutti dalla parte sua. Del resto, si sa, le passioni più forti spesso sono quelle che passano più in fretta. Succede per fortuna e non per questo si deve chiamare infedeltà. O, peggio ancora, tradimento. No, mettiamola così: questa è la moderna lettura della monogamia: non più, com’era una volta, una persona per la vita, ma una alla volta. Che è sicuramente meno impegnativo e anche più spassoso”. 

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