Massimo Bolognino è il Maradona del subbuteo

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Massimo Bolognino e Matteo Ciccarelli; Eagles e Fighters e le squadre con cui giocano: il Brasile di Careca e il Manchester City di Guardiola; Soccavo e via Nicolardi. Due facce del Subbuteo napoletano, il movimento più forte e completo d’Italia, che dal 25 al 27 ottobre proveranno a conquistare la Champions League di calcio da tavolo a Palma De Mallorca. Ventiquattro squadre, austriache, belghe, spagnole, scozzesi, francesi, tedesche, greche. Cinque italiane con quella che è la favorita d’obbligo, Fratelli Bari Reggio Emilia. E Napoli ha grandi possibilità di successo grazie ai suoi due assi.

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MARADONA DEL SUBBUTEO

Bolognino, classe 1970 con un palmares fatto di 22 titoli mondiali. È il Maradona del subbuteo, prima di lui a Napoli c’era ben poco a parte tanta passione per un gioco antesignano della playstation ma sicuramente molto più coinvolgente. Oggi ci sono due squadre da Champions, e tanti luoghi da Anacapri al Vomero, da Castellammare a Nola, da Sessa Aurunca a Benevento e Salerno che sono nati grazie alla sua passione. Ovunque c’è possibilità di esibirsi: scuole, piazze, eventi, manifestazionae. Un Subbuteo ante Bolognino e post Bolognino? «Bolognino c’è sempre – scherza l’ex campione del mondo – la verità è che il Subbuteo è cambiato. Il mio era più spettacolare, oggi, anche a causa di alcuni cambiamenti regolamentari, c’è più tattica ma nessuno riuscirà a ripetere il triplete degli Eagles, Champions, scudetto e coppa Italia nel 2006. Sono contento perché alle mie spalle sono cresciuti tanti ragazzi, a partire da Matteo Ciccarelli, significa che qualcosa è stato fatto». Eredi? Non ce n’è uno soltanto: «Matteo ha vinto i mondiali quest’anno ed è il più forte, poi penso agli altri napoletani, Colangelo, Zambello, Marco e Luigi Di Vito. Tutti giovani di prospettiva per una splendida nazionale». Il cambio generazionale forse nella finale del Grand Prix di Napoli: Ciccarelli-Bolognino finisce 3-1 con un gol contestatissimo. «Da Var» scherza Bolognino. 
Ma dall’altra parte c’era uno che si è cibato di figurine e Bolognino. A 19 anni Matteo Ciccarelli si è laureato campione del mondo. «Andate a vedere Bolognino, mi dicevano quando ero piccolo. Ed effettivamente noi dobbiamo tutto a lui. Volerlo battere è stato sempre il sogno di tutti noi». Noblesse oblige. Ma le ali si schiudono e si è capaci di volare tanto da conquistare il titolo mondiale a soli 19 anni. «Un record – continua Ciccarelli – e la cosa carina è che in semifinale ho battuto chi lo deteneva». Eagles e Fighters, due mondi diversi ed uguali. Soccavo ormai è un piccolo centro tecnico. Ottanta tesserati per le Aquile e 200 appassionati. I Fighters invece sono nati a via Nicolardi. 
Eagles in campo in Spagna con Massimo Bolognino, Marco e Luigi Di Vito, Angelo Borg, Christian Filippella, Andrea Bolognino e Raffaele Di Vito. Fighters con Massimo Cremona, Matteo Ciccarelli, Luca Battista, Andrea Ciccarelli, Efrem Intra. Il sogno è riportare la Champions a Napoli.

Fonte: Il Mattino

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