Pato: “Esiste un solo Ancelotti, dentro e fuori dal campo!”

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Adesso è in Cina, Alexandre Pato, ma a lanciarlo in Serie A, ad appena 18 anni, con la maglia del Milan è stato un certo Carlo Ancelotti. Senza temere per la sua giovane età e Pato non lo ha mai dimenticato. Ne parla a Il Mattino: 
Come ha conosciuto Ancelotti? «So che mi ha seguito a lungo ma l’ho conosciuto personalmente quando sono arrivato a Milanello. Ero felicissimo».
Che rapporto avevate? «Avevamo un rapporto molto stretto, io ero un adolescente catapultato in serie A, in un Milan stellare con pressioni e aspettative enormi. Ci sentiamo ancora ogni tanto e ci siamo ritrovati alla serata di addio al calcio di Pirlo, a Milano lo scorso maggio. È stato bello incontrarlo di nuovo insieme a tantissimi campioni».
La cosa che le ha insegnato e che ancora l’aiuta? «Ce ne sono tante. Il rapporto che avevo con lui era di profonda ammirazione e fiducia. E lui si comportava come un padre, consigliandomi, spronandomi e alcune volte riprendendomi ma sempre con accuratezza e con le parole giuste. Mi ha insegnato davvero tanto e alcuni consigli li porto con me e non li dimenticherò. Lui sarà sempre più di un allenatore per me».
Che rapporto instaura con i suoi giocatori? «Ancelotti ha sempre avuto un ottimo rapporto con i suoi giocatori. Ricordo benissimo il rapporto stretto che aveva con molti miei compagni di squadra ai tempi del Milan, avevano vinto tantissimo insieme. È un rapporto che si avvicina davvero a quello padre-figlio. Non ho mai visto nessuno, in qualsiasi squadra allenata da Ancelotti, non avere un buon rapporto con lui».
Com’è nello spogliatoio e fuori? «Direi che ci sia solo un Ancelotti, dentro lo spogliatoio e fuori è la stessa persona. Con lui si lavora duramente ma sempre con un clima molto familiare».
Che ricordi ha di Napoli e delle sfide contro gli azzurri? «Beh basta dire che il mio esordio in serie A e con il Milan è stato proprio contro il Napoli il 13 gennaio 2008 a San Siro. La partita finì 5-2 con mio gol. Ho i brividi soltanto a ricordarmi quella partita».
Un aneddoto del periodo insieme ad Ancellotti al Milan? «Tantissimi aneddoti durante il bellissimo periodo nel Milan ma ne voglio raccontare uno in particolare. Mi ricordo che un giorno il mister viene da me e mi dice: Abbiamo un cagnolino nuovo in famiglia e lo chiameremo Pato!. Io ero divertito e contento».
Si aspettava tornasse ad allenare in Italia? «Sinceramente si. Ha fatto grandi cose ovunque sia andato, lasciando ottimi ricordi e tanti trofei. Era ora che tornasse a casa, con una bella sfida come allenare il Napoli».
Sta seguendo la serie A? «Seguo sempre il campionato italiano, anche se a volte mi risulta difficile guardare le partite a causa del fuso orario».
Come le sembra il Napoli di Ancelotti? «Il Napoli è un’ottima squadra, sono anni che è ai vertici del calcio italiano. Ancelotti può portare un valore aggiunto non indifferente».
Si è parlato tante volte di squadre interessate a lei: le piacerebbe tornare a giocare in Europa e in Italia?
«Certo, mi piacerebbe molto. Magari in futuro in una squadra importante e con un bel progetto. Vedremo».
E in Champions qual è la sua favorita? «Non vorrei sbilanciarmi, ma vedrei bene un’italiana».
Com’è il calcio in Cina? «Diverso rispetto a quello europeo o sudamericano. Ma questo non significa che sia facile. Tutt’altro. Spesso il lavoro da fare è doppio e ci sono squadre rognose con cui è difficile giocare. È un calcio che sta cambiando rapidamente sul campo e fuori, anche grazie a noi stranieri. Il mio obiettivo è contribuire allo sviluppo generale del calcio qui in Cina».
Anche quest’anno ha trascorso le vacanze a Capri e in Costiera Amalfitana. Cosa le piace di più di queste località? «Sono stato a Capri molte volte e posso dire che è la mia isola italiana preferita. Quest’anno ho avuto anche modo di andare a Procida e Ischia e di raggiungere Nerano, Positano e Amalfi. Capri mi piace per l’atmosfera rilassata e di altri tempi, la gente molto ospitale. È davvero un’isola bellissima e sono pazzo della cucina napoletana».

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