Ci vorrebbero, ci potrebbero volere, e forse non basterebbero cento milioni di euro per portarlo via, questa statua sistemata nel cuore della difesa, una sentinella o un body guard o chiamatela un po’ come vi pare che ha strapazzato pure Firmino e Salah, li ha storditi o anestetizzati, li ha domati e poi ha sedotto Massimo Ambrosini, uno che ne ha incrociati sui campi di calcio dell’universo intero di soggetti che trasmettono effetti speciali, e l’ha indotto a sbilanciarsi su Sky: «Quanti ce ne sono forti così al mondo? Sergio Ramos e poi….?». E poi e poi, racconterebbe Mina, mentre languidamente il San Paolo si perde dietro quella massa umana che ondeggia, straripa, esonda, esplode: costò sette milioni di euro e a Benitez – che scartò via via altre scelte, che preferì aspettare sei mesi perché potesse arrivare dallo Genk – dovrebbero mandare mozzarelle di bufala ogni mattina, e oggi non ha prezzo e (quasi) non ha termini di paragone. Lo chiamerebbero top player, se giocasse nella Francia, ma lui ha scelto il Senegal e certo non si sente un figlio di un Dio minore, giustamente: «E siamo una buona generazione, tanti giovani che giocano in Italia, in Francia, in Inghilterra: mai pentito di questa decisione».
Fonte: CdS