Aveva sognato una serata diversa, Ancelotti. Il sogno lo ha sfiorato per venti minuti. La serata di Torino cristallizza i progetti di allegria del Napoli. Carletto ha accettato la sconfitta con discreto fair play, perché pur criticando l’arbitro, non gli ha scaricato addosso la responsabilità del ko che consente alla Juve di volare a +6.
«Ma il Napoli non esce ridimensionato da questo scontro diretto, per carità – esordisce Antonio Di Gennaro, commentatore della Rai – perché in ogni caso resta l’unico antagonista dei bianconeri nella lotta per il titolo. Sei punti non sono nulla, e io sono rimasto assai impressionato dal modo con cui la squadra è scesa in campo. È mancata la convinzione. Ma nulla è perduto». Campione d’Italia con il Verona nel 1984, Di Gennaro invita a non alzare bandiera bianca. «Io non sono rimasto deluso da nulla. C’è stata disattenzione in occasione dei tre gol, degli errori individuali, difficile muovere appunti a Carlo. Poi non dimentichiamo chi c’era dall’altra parte: Cristiano Ronaldo quando va in quella maniera non c’è nessuno al mondo che lo può fermare. Al mondo, non in Italia». Però, un campanello d’allarme Di Gennaro lo fa suonare. «In porta. Né Karnezis né Ospina mi sembrano portieri di Napoli. Aspetto Meret, spero che rientri presto perché tra i pali non vedo sicurezza».
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