Doppio ex, Ciro Ferrara: “Un retroscena, perchè Diego faceva incavolare Mauro”

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Solo due calciatori possono vantare uno scudetto vinto col Napoli e con la Juventus, ma a uno solo è riuscito il bis in entrambe le piazze. Ciro Ferrara è l’unico a poter vantare la «doppia doppia» (con la Juve ne ha vinti 5 in tutto), e così racconta di Massimo Mauro (scudetto in bianconero nell’86 e in azzurro nel ‘90): «Lui era il sostituto di Maradona e capitò diverse volte che Diego non arrivasse per tempo al San Paolo. Allora non c’erano le maglie personalizzate e così a quel punto veniva data la “10” a Massimo. Poi però, e capitò più volte, Diego arrivava poco prima del fischio d’inizio e la casacca andava a lui, col povero Mauro che non poteva essere contento».

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Erano i tempi delle grandi sfide col Milan di Carlo Ancelotti, che vi faceva tribolare.«Già, il Napoli di Maradona contro i rossoneri di Sacchi. Grandi sfide fra squadre che si rispettavano moltissimo. Con Carlo eravamo compagni anche in Nazionale. E poi l’ho avuto come allenatore alla Juve».

E lì niente scudetto«La famosa pioggia di Perugia, nel maggio 2000. Tra l’altro in quel periodo, causa un grave infortunio, giocai meno. In teoria potevo essere arrabbiato perché non ero più titolare inamovibile e giocavo poco. Ma con Carlo ho sempre avuto un ottimo rapporto. Una persona amabile, che sa gestire come pochi il cosiddetto spogliatoio. Per questo non mi stupiscono i suoi risultati a Napoli».

Il 4-4-2 la convince?«Ancelotti si è reso conto che senza Jorginho il 4-3-3 aveva i suoi limiti e un allenatore bravo come lui valuta bene pro e contro di ogni sistema con i suoi uomini. Tra l’altro la modifica di posizione ha esaltato il giocatore tecnicamente più dotato: ora Insigne, segnando, si è ingolosito. Un po’ com’era successo da centravanti a Mertens. E poi anche la difesa è più coperta e la squadra soffre meno».

Basterà contro la Juve?«Intanto va sottolineato che Carlo è stato molto coraggioso a spingere il turnover e a coinvolgere tutti, rendendo la sua squadra imprevedibile e non facilmente leggibile tatticamente. Ma non so se tutto questo basterà perché i bianconeri erano già forti ed è una constatazione dire che lo sono ancor più con Ronaldo, Can e Cancelo. Mi aspetto una sfida molto tattica, affascinante per come la gestiranno i due tecnici».

Per Lippi, Ancelotti è il migliore al mondo e Allegri è il tecnico in cui più si rivede.«Mi permetto di aggiungere che, a mio modesto parere, nel nostro campionato sono gli allenatori che meglio sanno leggere le partite, con la grande capacità di “aggiustarle” anche in corsa. Per questo dico che nel secondo tempo potremo avere delle sorprese per come potranno cambiare sistemi o più semplicemente l’interpretazione da parte dei subentrati».

Si aspetta una Juve col 3-5-2 o col 4-3-3?«Io direi più 4-3-3. Ma se Allegri schiererà la difesa a tre sicuramente avrà pensato le contromosse per evitare gli aggiramenti sulle fasce che il Napoli ha fatto molto bene domenica scorsa a Torino contro i granata. Credo che Mandzukic giocherà a fianco di Cristiano Ronaldo, con quel Bernardeschi che è in una forma eccellente».

Fuori Dybala?«Almeno all’inizio credo di sì. Come mi attendo che Ancelotti punti sui bassotti lasciando fuori Milik. Di fatto resteranno fuori i cannonieri di mercoledì scorso, ma pensate che armi hanno in panca i tecnici…».

Non può scegliere CR7 e Insigne: quale potrebbe essere il giocatore decisivo nelle due squadre?«Pjanic per la Juve. Ormai è diventato indispensabile per far girare la squadra. E può anche essere letale su calcio piazzato. Nel Napoli dico Callejon, che al Real era proprio il sostituto di Ronaldo. Lo spagnolo è un equilibratore in fase difensiva e abilissimo con i suoi tagli imprevedibili in quella offensiva. La sua intesa con Insigne è eccellente, oltre che spettacolare».

Gli uno contro uno più interessanti?«Cristiano Ronaldo contro Koulibaly, me lo immagino spettacolare per le qualità dei due. Ma non vorrei si offendesse Albiol: sa, deve pagarmi l’affitto di casa…»

E allora dia un consiglio al suo inquilino spagnolo.«Raul per esperienza sa che quando si gioca a questi livelli bisogna dimenticare le sfide passate. Che Ronaldo non abbia fatto gol contro il Napoli negli ottavi di Champions del 2017, o che Koulibaly abbia segnato a Torino a maggio conta nulla. Serve solo grande concentrazione perché un campione come CR7 si esalta quando si alza l’asticella e in qualsiasi momento può inventare qualcosa di sorprendente e decisivo».

Ronaldo finora non ha segnato gol particolarmente belli.«E credo gli interessi relativamente. Per lui conta buttarla dentro e migliorare i suoi numeri che sono davvero impressionanti. Sarà decisivo per la Juve, mi auguro soprattutto in Champions, ma non sono convinto che nel campionato italiano raggiunga gli stessi livelli di gol realizzati in Spagna. Da queste parti sappiamo coprirci abbastanza bene».

Fonte: gasport

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