Ancelotti camaleontico: “Non voglio che la mia squadra abbia una sola identità, Insigne può giocare ovunque”
Torna con il Napoli per l’esordio in Champions, che ha vinto due volte da calciatore e mente bene. Dolci i ricordi per Ancelotti della Stella Rossa: l’affrontò da calciatore nella coppa dei Campioni 1988-89, quella della partita della nebbia al Marakana ripetuta e vinta ai calci di rigore dai rossoneri, poi arrivò fino in fondo alzando il trofeo.tre da allenatore, in una città che gli porta decisa L’ha battuta da allenatore del Milan nei preliminari di Champions 2006-07, vincendo la coppa in finale sul Liverpool di Benitez. E da qui parte la sua nuova storia europea sulla panchina azzurra, nel girone di ferro con Liverpool e Psg. «Sono venuto due volte qui. Nel 1988 da giocatore, una partita difficilissima, ricordo l’episodio della nebbia, una partita diventata famosa nella storia del calcio. Fu una finale anticipata di quella coppa dei campioni, abbiamo avuto la fortuna della sospensione ma ricordo anche un gol clamoroso a noi annullato che non si capì il perché o forse sì. Poi la Stella Rossa l’ho affrontata nel 2006 in un preliminare. Tutte e due le volte è andata bene. Se valesse il verbo non c’è due senza tre saremmo a posto. Sappiamo che dovremo lottare e soffrire: abbiamo un girone complicatissimo e lo affrontiamo con entusiasmo e una grande voglia: siamo molto eccitati».
Insigne ha risposto da campione e si è disimpegnato bene nella posizione più centrale: giocherà ancora in questo ruolo a Belgrado?
«Lorenzo ha dimostrato che può giocare dappertutto, è sveglio, l’importante è che prosegue così. L’ho visto molto meglio, volitivo nella posizione da prendere: sarà valutato da me e dallo staff. Chi non ha ancora recuperato rimane fuori».
Ha vinto tre volte la Champions League, questa con il Napoli è la sfida più intrigante?
«Al Real Madrid le aspettative di tutti erano quelle di arrivare in fondo. Con il Milan tutte e due le volte siamo partiti dal preliminare, puntavamo a passare quello e poi il primo gruppo. La Champions è così, non puoi pensare troppo lontano e sarà così anche per il Napoli. Per me siamo competitivi, siamo tutti molto eccitati, ma un conto sono le chiacchiere e un altro è il campo. Forse non abbiamo l’esperienza che hanno altre squadre, ma dall’altra parte c’è entusiasmo e voglia di giocare al meglio questa competizione a cominciare dall’esordio».
Contro la Fiorentina è nato il Napoli di Ancelotti?
«Si parla molto di identità: io continuo a dire che quanto fatto negli ultimi anni è un grande patrimonio che non penso nemmeno lontanamente di distruggere, voglio solo dare qualche opportunità nuova in entrambe le fasi. Non voglio che la mia squadra abbia una sola identità, vorrei che ne avesse tante».
La Stella Rossa è un outsider in un girone difficilissimo con Liverpool e Psg: cosa pensa di questa partita?
«Il girone è il più difficile perché c’è il Napoli con il Psg e il Liverpool ma anche perché c’è la Stella Rossa: tutti conoscono l’ambiente ma c’è da tenere presente anche il valore dell’avversario che finora in campionato ha fatto molto bene ed ha eliminato ai preliminari una squadra che aveva fatto molto bene in Europa League. La rispettiamo molto».
È caricato dal fatto di poter provare a sorprendere una tra Psg e Liverpool?
«In questo momento prevale l’eccitazione per iniziare questa competizione che è la più importante di tutte ed è affascinante per gli allenatori, i tifosi e i giocatori. È una cosa normale che ci sia la preoccupazione di cominciarla bene perché sarebbe molto importante ed è importante mettere la squadra a punto per giocarla al meglio».
Prevede tre-quattro cambi?
«Non lo so. Devo vedere bene chi ha giocato sabato perché la partita è molto ravvicinata: era una serata molto calda e c’era molto umidità. Qualcuno ha finito con i crampi, anche se poi nessuno ha avuto problemi. Valuterò l’allenamento, avremo bisogno di una squadra fresca perché credo che i ritmi saranno alti».
Dirà qualcosa di diverso in Champions rispetto alle partite di campionato?
«In questo tipo di partite non c’è molto da dire: so quanto questa atmosfera possa dare ai giocatori gli stimoli giusti: c’è solo da preoccuparsi di non avere un’eccessiva preoccupazione: in queste gare ci vuole coraggio, personalità, bisogna imporre il proprio gioco e il fatto che ci sia il presidente è sicuramente positivo. È una partita che tutto il Napoli sente e cercheremo di fare il possibile per rendere felice la nostra gente».
Fonte: Il Mattino