«Ditemi cosa vi serve che faccia e io lo farò». Il mantra di Marek Hamsik è sempre lo stesso, ormai da undici anni. Il capitano azzurro s’è sempre distinto per la sua enorme professionalità, oltre che per
l’attaccamento alla maglia che l’ha indotto a rifiutare più volte proposte dalle big d’Italia e d’Europa. E’ per questo che Luigi De Magistris l’ha considerato meritevole della cittadinanza onoraria, come
annunciò nel mese di maggio in occasione del Football Leader. Marek è un figlio di Napoli, partenopeo vero ormai, e anche se le tentazioni cinesi quest’estate s’erano insinuate nella sua testa alla fine ha prevalso la fede. Nessuno lo amerà mai più dei napoletani.
CASTELLESE. Un altro riconoscimento che mostra quanto ormai Hamsik sia considerato un membro della comunità, un campano, è in arrivo. Domenica prossima, nel day-after di Napoli-Milan, sarà ufficialmente insignito della cittadinanza onoraria della città di Castel Volturno, con tanto di
cerimonia in serata, a Piazza Annunziata, nel pieno centro del comune casertano. Marek in questi anni azzurri, a differenza dei tanti compagni di squadra che hanno fatto tappa al Napoli e che hanno deciso di vivere quasi sempre nei quartieri alti della città, ha scelto di abitare proprio a Castel Volturno, a due passi dal centro sportivo in cui si allena la formazione partenopea. Non vuole problemi di nessun tipo, il capitano, che preferisce avere la comodità di raggiungere il campo
d’allenamento anche a piedi se volesse. Umile come pochi, leader silenzioso da oltre un decennio, arrivato bambino e diventato uomo. Una personalità che non ha mai fatto problemi, con nessuno dei tanti allenatori che l’hanno guidato.
MAREK 4.0. Il centrocampista slovacco s’è sempre adattato allo stile di gioco di chi si sedeva in panchina, a volte reinventadosi totalmente come sta accadendo quest’anno. Quando c’era Mazzarri faceva il trequartista esterno, di supporto alla punta. E’ arrivato Benitez e ha vissuto gli anni più in ombra della sua carriera, in una posizione da trequartista centrale che non lo metteva a proprio agio. Ma mai s’è lamentato. Con Sarri, fino allo scorso anno, il ruolo in cui meglio riesce ad agire: mezzala sinistra, la posizione perfetta per le sue qualità d’inserimento. Ora, agli ordini di Ancelotti, non sta avendo tanti problemi a fare il regista, mansione a cui mai aveva adempiuto. E’ il Marek 4.0, quello che parte dalle 500 presenze in azzurro e il record di gol della storia del club stracciato l’annata passata. Nel 4-3-3 di Carletto il capitano viene piazzato al centro, nel vecchio ruolo di Jorginho, ma si è già discostato dal suo predecessore all’esordio ufficiale con la Lazio per la maggiore verticalità data alla manovra. E’ toccato reinventarsi totalmente e con tutta l’umiltà del mondo sta studiando quello che gli chiede il mister. Pian piano s’integrerà sempre di più. E – ne siamo certi – anche nella nuova posizione farà impazzire i tifosi che tanto l’amano.
La Redazione