Hamsik è il bomber della prima ora, il capocannoniere del primo triennio, quello smilzo che s’intrufolava nello spazio e ne combinava di tutti i colori e un bel giorno, maggio del 2008, si fece addirittura settanta metri di campo, dribblò anche i fili d’erba e poi buttò fuori in 3-1 al san Paolo il Milan di Ancelotti dalla Champions League. «E quello rimane il mio gol più bello, forse». Hamsik è un uomo che si chiama fedeltà, e la Cina probabilmente è stata soltanto una infatuazione ch’è rimasta lì, poi è andata a cozzare contro la volontà di De Laurentiis ed è completamente evaporata con la telefonata di Ancelotti: «Ho un nuovo ruolo per te». E’ stato, per Reja, un po’ Gerrard e un po’ Lampard, ma adesso, in «vecchiaia», gli viene chiesto di travestirsi (e si fa per dire) da Pirlo, andando ad occuparne lo spazio, senza volersi avvicinare ad un talento inimitabile. Fonte: CdS