S’avverte intorno un senso di plastico distacco, come se nulla fosse accaduto, non i 91 punti dell’ultimo campionato, non la qualificazione in Champions e neanche l’arrivo di Ancelotti: t’accorgi, è nelle espressioni della gente, nella chiacchiere dei vicoli, negli echi che si avvertono, che Napoli aspettava altro (ancora) e che ora, dopo l’irruzione radiofonica di De Laurentiis su Kiss Kiss, non restano neppure i miraggi: «Non compreremo attaccanti ed è falso che io sia innamorato di Belotti. Non voglio certo fargli un torto, ma abbiamo una batteria tale di punte, siamo in tale esubero, che ho sempre detto: lasciamoli conoscere ad Ancelotti prima di vendere qualcuno, perché siamo davvero in tanti. Io non ho bisogno di colpi di teatro, alla mia età non devo dimostrare niente a nessuno». E infatti: via Inglese (ma anche Grassi), dodici milioni investiti un anno fa e però minuti zero con la maglia azzurra, perché prima bloccato a gennaio da Sarri ed ora liberato da Ancelotti: «Uno come lui che è andato in doppia cifra nell’ultimo torneo cosa dovevamo fare, tenerlo in panchina e vedere il valore del suo cartellino scendere a sette milioni invece che farlo salire a trenta?».
Font: CdS