CdS Campania – “Salviamo il soldato Arek!”
Il destino dei centravanti è segnato, dinnanzi al bivio, e se non sei fenomeno, dunque l’idolo riconoscibile, rischi di ritrovarti nella corsia dei reietti. Arkadiusz Milik se la è guadagnata la sua autorevolezza, ignorando l’ingrato ruolo del successore del pipita, trentasei reti prima di andarsene alla Juve, e dimostrando che quei trentatré milioni di euro versati dal Napoli all’Ajax, beh, avevano un senso: raccontano le cronache, che non sono interpretabili, d’un exploit ai sogni dell’impossibile, sette reti in appena nove presenze, che però a ben vedere erano soltanto 593 minuti, mica è la stessa cosa.
Il primo Milik, quello che si porta appresso la curiosità ed anche un pizzico di pregiudizio, perché il predecessore ha le sembianze di un mostro tecnico, segna un gol ogni 87 minuti, ne fa tre in Champions (due alla Dinamo Kiev ma in casa sua), altri due al Milan e l’ennesima doppietta al Bologna, ma in soli 29 minuti. Il resto lo decide il destino, che gli fa saltare un legamento sul più bello, facendogli perdere la stagione. E quando quella successiva sta per ricominciare, con la cautela necessaria e un Mertens che ha scoperto una nuova, prolifica, dorata esistenza da bomber, dopo un gol in Champions e un altro in campionato, proprio perché nella vita non bisogna negarsi nulla, se ne va un altro legamento. Fonte: CdS