Ancelotti ai tifosi su twitter: «Sì, Allan e Rog come Vidal e Gattuso!”
Carlo Ancelotti ha già capito cosa lo attende a Napoli: è troppo scaltro ed è troppo uomo di mondo per non saperlo già. Non fa proclami, mai. Ed è attento nelle parole. Perché sa bene che peso hanno. Ieri si è concesso per pochi istanti alle domande su Twitter del club azzurro. Piccole lezioni del calcio secondo Ancelotti, magari per uso e consumo di chi non conosce il suo dogma.
«Cosa voglio dai miei giocatori? Devono saper marcare bene a uomo e a zona, e quando sono in fase offensiva mi piace la creatività soprattutto la capacità di muoversi sempre insieme», risponde così a chi gli chiede cosa devono avere i suoi uomini che vanno in campo. E in queste parole emerge tutto l’Ancelotti pensiero: la sua sapienza nel gestire le persone e trattarle, appunto, da persone menando e carezzando, dipende. D’altronde per creare questo nuovo Napoli, nuovo e modernissimo, una squadra in cui il coraggio deve diventare equilibrio e la tecnica deve essere al centro del progetto, non può non coinvolgere ogni uomo del suo gruppo. Senza esclusioni.Il calcio è creta da modellare, un ibrido a cui dare un senso. La squadra di Ancelotti sarà una squadra evoluzionista, dove la moltiplicazione dei centrocampisti in particolare è approfondimento anche dei ruoli. «Zielinski? È un giocatore giovane e avrà molto spazio, ma a centrocamapo la concorrenza sarà molto alta. Perché ho tante idee», dice quasi annoiato. È seduto in un angolo dell’hotel che ospita la squadra azzurra, a Dimaro e risponde con pacatezza alle domande che arrivano attraverso Twitter. Ha un sussulto particolare quando c’è chi paragona Allan e Rog rispettivamente a Gattuso e Vidal. Risponde: «Beh, è vero. Sono simili in tante cose, sono dinamici, aggressivi, recuperano palloni. Certo, hanno molte cose in comune». Sentir parlare così di Rog deve essere musica soave per le orecchie di De Laurentiis che molto spesso ha alzato la voce proprio per invocare un maggior numero di presenze del croato.
«Non ho ancora imparato molte parole napoletane, solo parolacce», e fa sorridere che la domanda gliela sia stata posta Lorenzo Insigne. «Ma il mio maestro sarà sicuramente Tommaso». Lo storico magazziniere ha fatto breccia già con Carletto. Poi Ancelotti spiega: «Mi piace questo ambiente giovane, divertente: a livello di squadra, si vede che questo è un gruppo che ha tante conoscenze e si vede che il lavoro fatto da Sarri in questi anni è servito parecchio». È la seconda volta in meno di due giorni che l’ex tecnico del Bayern fa l’elogio del toscano. Questione di classe e di eleganza. L’impressione che non è ancora una rivoluzione copernicana da Sarri ad Ancelotti. Ma poco ci manca.
Fonte: Il Mattino