Michele Pazienza: “Panchina Primavera? Vediamo…”

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L’ex calciatore del Napoli Michele Pazienza e la panchina della Primavera, sono uno degli argomenti che l’ex calciatore azzurro in un’intervista a “il Roma” fatta dal collega Fabio Tarantino«Ho sentito Grava, è stata una chiacchierata tra amici. Mi ha detto che stanno cercando l’allenatore della Primavera, gli ho dato la mia disponibilità ed è finita lì. Vediamo…».

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Non può essere un rischio affidare un ruolo così delicato ad un ragazzo
di ventuno anni? «Teoricamente sì, ma questo ragionamento vale per tutti i ruoli. Però  Meret promette bene, merita fiducia».

Che Napoli si aspetta, Pazienza? «Oltre i moduli, sarà una squadra in grado di cambiare pelle spesso, anche a gara in corso. Ecco perché il Napoli sta acquistando tanti calciatori duttili con caratteristiche ben precise».

Non solo acquisti: il Napoli sta per cedere Jorginho al Manchester City… «Ha deciso così dopo aver individuato altri profili che potessero
sostituirlo. Quest’anno la garanzia del Napoli sarà la presenza di Ancelotti, che ha le idee ben chiare sul mercato».

Hamsik è ad un passo dalla conferma…. «Ed è un bene, per il Napoli. Con lui in campo puoi cambiare modulo, passando da un 4-3-3 ad un 4-2-3-1 o ad altri sistemi. Ovviamente tutto dipenderà dagli acquisti e in base a quelli sarà più facile immaginare  il Napoli del futuro ».

Hamsik regista “alla Pirlo” è una possibilità? «Ha le qualità per farlo, ovvero tecnica, visione di gioco e intelligenza, ma sarebbe un ruolo che lo limiterebbe nella sua dote principale: i tempi d’inserimento senza palla. In caso di emergenza lo vedrei bene come centrocampista a due, più che come regista classico con  due interni al suo fianco».

Capitolo attaccanti: il Napoli si affiderà solo a Milik come punta centrale? «Tutto è legato alle sue condizioni fisiche, anche se al termine dell’ultimo campionato ha ritrovato il ritmo gara e ha segnato anche diversi gol. Probabilmente un altro attaccante centrale arriverà…».

I tifosi sognano Benzema o Cavani… «E fanno bene, perché sono veri campioni. Ma questi nomi ci aiutano anche a percepire la crescita del Napoli. Se li avessimo accostati al  Napoli anni fa, ci saremmo quasi “spaventati” per il valore dei calciatori. Oggi, invece, sono obiettivi possibili…».

La Redazione

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