Boniek: “Felici di aver recuperato Milik”
Boniek: “Felici di aver recuperato Milik”
Tocca alla PolonItalia. Ognuno, orfano degli azzurri, sta orientando le proprie simpatie mondiali come meglio crede. Qui ci sono 58 calciatori provenienti dalla nostra serie A (da ieri anzi 57, vista l’incredibile cacciata dell’insubordinato Kalinic), sparsi per 21 nazionali. Volendo si potrebbe anche giocare un Juve mondiale-Resto del mondo “italiano”, sfruttando la speciale rosa in questione, partendo da Szczesny. Ecco, qui volevamo arrivare. Alla Polonia, ultima a scendere in campo (oggi a Mosca contro il Senegal) tra le nazionali “italiane” di Russia, anzi la più italiana, visto che il ct Nawalka ha con sé il 30% di uomini “nostri”, ben 7: Szczesny (Juve), Milik (Napoli), Zielinski (Napoli), Kownacki, Bereszynski e Linetty (Samp) fino a Cionek (Spal). A capo della missione il più italiano dei presidenti di Russia, Zibì Boniek.
Boniek, ha una responsabilità doppia: giocate per la Polonia ma un po’ anche per noi… «E’ la verità, io ho anche il vostro passaporto in valigia. Dunque mi sento anche italiano. E conto sul sostegno dei tanti amici che ho in Italia. D’altra parte è successo tante volte a me di tifare azzurri, stavolta mi aspetto il contrario. Comunque il punto è che ci sarà da soffrire, perché la Polonia non è forte come la Nazionale».
Beh questo proprio ci sembra un eccesso di cortesia nei nostri confronti. I fatti dicono che voi siete in Russia e noi no. «Ma noi nel sorteggio di qualificazione siamo stati fortunati. La Spagna ce l’aveva l’Italia nel girone, non noi. E conunque erano 60 anni che non vi qualificavate. Ci può stare».
E’ un fatto che la Polonia sta crescendo costantemente da tempo. «Diciamo che stiamo lavorando bene, con un grande gruppo. Siamo contenti di aver recuperato in pieno Milik. Eppoi vi dico una cosa. Kownacki è più forte di Schick, ve ne accorgerete. Poi ci sono i nostri pilastri: da Szczesny a Lewandowski».
Per arrivare dove?
«Per continuare a migliorare. Quando sono diventato presidente, nel 2013, la Polonia era al 76° posto del ranking, adesso siamo ottavi. Un’anomalia, sono il primo a riconoscerlo, dipesa dal mondo di costruire la classifica. Ma il segno in ascesa è costante. E per questo torneo abbiamo dovuto lasciare a casa due, tre giovani interessanti».
Sono state giornate complicate, le prime, per le favorite. «Già, ma aspettiamo a trarre conclusioni. Avere giocatori forti non significa avere un gioco di squadra e all’inizio questo si può pagare. Poi non è facile riattaccare la spina dopo due o tre settimane».
Questo però non è un torneo lungo, si rischia di pagare il conto. «E’ vero, anche perché dietro non ci sono squadre scarse. Anche perché alla fine vince sempre… la Germania. Intanto una cosa è sicura. In questo momento per noi conta solo questa partita, non vogliamo iniziare con una sconfitta. Certe difficoltà in un mondiale ci sono per tutti. Bisogna saper soffrire e saper reagire, se occorre».
A proposito di reazioni, giusto quello che ha fatto il suo collega Luis Rubiales con Lopetegui? «Giusto? Impossibile fare diversamente. Io avrei agito allo stesso modo, viste come si sono messe le cose. Facciamo l’esempio che il mio allenatore piacesse al Milan. Bisognerebbe gestire la situazione, magari anticipando tutti con una conferenza congiunta, in cui spiegare che dopo il Mondiale ci sarebbe stato questo cambio. Ma la Spagna è stata messa davanti a un fatto compiuto. Ripeto: non potevano fare altro che mandar via Lopetegui e nominare Hierro. Quello che mi rassicura è che a me una situazione del genere non potrebbe capitare: Nowalka è troppo amico mio…».
Già, il suo ct, è una sua creatura. Si era parlato anche di un possibile ct italiano per la Polonia, quando lei divenne presidente. «Avrei potuto scegliere un allenatore straniero ma ho pensato che Adam fosse la persona giusta. Siamo stati compagni di nazionale al Mondiale del 1978. E’ intelligente, ha fatto un ottimo lavoro».
L’Italia è ripartita da Mancini. «Auguri. Mi pare una buona soluzione, lo vedo bene, ha iniziato con entusiasmo. Guardate, lo ripeto, agli azzurri non serviranno altri 60 anni per tornare a vincere. Avete buoni giocatori, alcuni forti. Ci vuole poco calcisticamente per risalire, a patto di dare spazio ai giovani».
La griglia di Boniek, resta la stessa dopo la prima giornata mondiale? «Brasile, Francia, Germania e Spagna sono venute qui da favorite. Vediamo quello che succede».
Vedremo altri italopolacchi nella sua nazionale? «Non lo so, intanto il Genoa ha preso venerdì.. è la traduzione di Piatek in italiano. Un attaccante di 22 anni interessante, da seguire. Lo stesso vale per Reca, appena arrivato all’Atalanta, anche lui giovane. Un buon esterno».
Quanto conteranno i “nostri” a questo mondiale? «Penso e spero molto, da Szczesny a Zielinski. Eppoi Milik».
Lei tifa per una Polonia con Lewandowski-Milik? «L’idea mi piace, ma non sono io che decido, almeno in questo campo. Già comando abbastanza…».
La Redazione