E’ stato il tormentone dell’ intero campionato: il confronto tra Allegri e Sarri, il loro modo di intendere il calcio, i moduli e gli schemi adottati.
Allegri – Difesa a 4, difesa a 3 e difesa a 2. Tre centrocampisti, due centrocampisti, un regista, una coppia di registi. Un centravanti con due ali, un centravanti con due trequartisti, un centravanti con un trequartista. Numericamente: 4-3-1-2, 4-3-3, 4-4-1-1, 4-2-3-1, 4-3-2-1, 3-5-2. Max non ha un riferimento tattico, non è lui che approda a un modulo, è il modulo che arriva a lui per dargli via via la soluzione a un problema. Prima il giocatore, poi l’idea. E senza il giocatore non c’è idea.
Sarri – Un giorno, quando allenava l’Empoli, Maurizio intervenne al seminario organizzato dall’Ussi a Coverciano e raccontò il motivo per cui era passato dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2, che da cinque anni è il modulo base della sua ex squadra: «Non stavamo andando molto bene in campionato, così un giorno la schierai col rombo e vidi la squadra con l’occhio contento». Passato al Napoli, portò con sé lo stesso rombo, con Insigne trequartista, per poi dirottare rapidamente sul 4-3-3. Da lì non si è mai più mosso.
Fonte: CdS