V. De Lillo, Napoli-Torino, l’amaro in bocca di un’ analisi sorridente!

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Una delle settimane più intense e piene di notizie dell’anno, questa che ha portato a Napoli-Torino. Iniziata con l’analisi degli episodi milanesi, in cui abbiamo visto la netta distinzione tra “figli” e “figliastri”… 

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Continuata con le notizie di calciomercato che vedono il Napoli nel pieno di una smobilitazione di massa, tanto che secondo le news che girano, gli azzurri nella prossima stagione giocheranno con la Primavera, senza allenatore, senza dirigenti, forse con un paio di magazzinieri come riserve tecniche e in uno stadio ancora da decidere.
Settimana poi che è andata avanti con la festa di addio di Reina, a cui vanno i miei più sinceri auguri di ripetere le stesse stagioni vincenti che ha fatto qui anche altrove, e le controverse dichiarazioni presidenziali, su cui mi sento di stendere un velo(pietoso o no lo faccio decidere a voi…).
Sette giorni che in attesa della partita di oggi, si sono conclusi con l’ennesima vittoria di quelli là, a cui addirittura hanno dato un rigore contro, mostrando, una volta per tutte, che non esiste nessun favoreggiamento, checché se ne dica.
Ecco tutto.
Mo’ la domanda è: come scendere in campo contro i granata, per una partita che, ai più, può sembrare inutile come gli ultimi 5 buchi della mia cintura, senza fare una figura barbina come con i viola?
Voi lo sapete? Ma soprattutto Sarri lo sa? Sì.
Sembra di sì, dall’incoraggiante atteggiamento degli azzurri, che pur non freneticamente come un tempo, riescono a chiudere il Toro nella sua metà campo  cercando il vantaggio.
La ricerca però non è convinta e se non fosse per una splendida magia di Burdisso, che decide di regalare il goal a Mertens, chissà come sarebbe andata avanti.
Ora se fossi un tifoso del Toro e vedessi subire un goal del genere, probabilmente  parlerei da solo per il resto dei miei giorni dalla rabbia, ma fortunatamente tifo Napoli e va bene così.
Siamo in vantaggio, non rischiamo nulla, gli avversari sembrano non voler superare il centrocampo, lo stadio è pieno ed è una giornata di sole.
Il primo tempo può finire tranquillamente.
Il secondo inizia come il primo, con il Napoli che tiene palla nella metà campo avversaria e il Torino che lascia fare, cercando il contropiede giusto, contando pure sul fatto che Insigne, Callejon e Zielinski, quelli che dovrebbero farci fare un salto di qualità, sono già spaparanzati su un lettino al mare.
Poi all’intrasatta non si capisce più niente: a metà tra un contropiede, un tiraccio, un’autorete e una bella botta di fortuna, ecco il pareggio di Baselli.
Al primo tiro nello specchio, come spesso accade.
Pochi minuti e ripassiamo in vantaggio con Hamsik, entrato a dar man forte ai compagni; ci divoriamo il goal del 3-1 con Milik, contro cui non ho avuto nemmeno la forza di inveire; infine subiamo il pareggio finale con un goal di De Silvestri su erroraccio di M.Rui, a cui evidentemente ADL, nell’intervista già accennata, ha tirato fatalmente i piedi.
2-2, finisce così il campionato anche se mancano ancora due partite, quelli là possono finalmente dar vita ai loro spettacolari caroselli intorno ai tavoli dei soggiorni di tutte le città più importanti, nei garage condominiali, nei sottoscala attrezzati o nei loro fan club, come da 7 anni a questa parte.
Complimenti. A noi resta una stagione comunque straordinaria, emozioni che solo qui puoi provare e la dimostrazione che, faccia a faccia, in una partita ad armi pari, non ci siete per nulla superiori. Anzi.
Piccola soddisfazione ma tant’è, nell’attesa di tempi migliori e forse più onesti che se esiste un Dio calcistico dovranno per forza arrivare.
Comunque.
Forza Napoli.
Sempre.
A cura di Vincenzo De Lillo
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