Inter-Juve, faccia a faccia fra «obbligate» a vincere, dirà moltissimo, forse tutto, sull’epilogo della corsa scudetto. Troppo presto? Forse. Ma se la Juve dovesse vincere a San Siro, difficilmente tornerà a frenare nelle tre partite successive; se l’Inter dovesse frenarla già stasera, difficilmente il Napoli da domani al 20 maggio si farà sfuggire l’occasione per guardarla fino alla fine dall’alto in basso. In passato gli è già sfuggita, in realtà: ma perseverare, stavolta, sarebbe più che diabolico.
Da stasera, staranno a zero anche i palleggi «gioco prima io, giochi prima tu» rimbalzati nelle schermaglie dialettiche Allegri-Sarri. Giocare dopo può mettere pressione psicologica oppure le ali, a seconda dei momenti. La Juve resta padrona del suo destino: è una frase fatta, ma è la pura verità. L’Inter stasera aiuterà il campionato a capire se, e come. E potrà aiutarsi molto da sola. Finora i nerazzurri hanno arbitrato con grande imparzialità: due 0-0 contro il Napoli, uno 0-0 contro la Juve. Spalletti probabilmente no, ma Sarri si accontenterebbe dell’applicazione della più rigorosa par condicio.