L’ uomo del momento, Diabatè: “Mi chiamano Cheick no limits” e io non intendo pormi limiti»

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Segna tanto, tantissimo, e sbaglia pure qualche gol facile, come con l’Atalanta. Per Cheick Diabaté è tutto normale, per chi non lo conosceva sembra tutto irreale. Tre doppiette contro Verona, Juve e Sassuolo, e adesso il Milan nel mirino. Oggi a San Siro gli occhi saranno puntati anche su di lui: «Sarà una grande emozione giocare in uno stadio così prestigioso», dice sorridendo e in un perfetto francese.

Diabaté, sono tutti sorpresi dal suo rendimento. Lo sarà un po’ anche lei«Io di reti ne ho sempre segnate molte, specie in Francia con il Bordeaux. Sinceramente non sono stupito anche se capisco che può sembrare strano per chi non mi conosceva e in virtù del fatto che gioco in una squadra che è ultima in classifica. Diciamo che io faccio due cose che amo: giocare a calcio e fare gol».

Detto così sembra facile, forse il livello del campionato italiano non è quello di un tempo? «Non lo so, il livello delle difese è altissimo. Io ho incontrato soltanto avversari molti forti e marcatori arcigni. Sono curioso di sfidare Bonucci. Per ora, comunque, sta andando tutto bene anche perché il gioco di De Zerbi sta esaltando le mie caratteristiche. Mi chiamano “Cheick no limits” e io non intendo appunto pormi limiti».

Il gol più bello segnato sin qui? «Il primo segnato in casa del Sassuolo, un pallonetto davvero “trés chic”».

Roba da far vedere nelle scuole calcio. A proposito, chi era il suo idolo da bambino in Mali? «Ronaldo il Fenomeno. Non ci sono dubbi. Lo seguivo ai tempi dell’Inter e pure del Milan. Ecco perché mi intriga giocare a San Siro».

Due gol alla Juve appena prima di lei li aveva segnati un altro Ronaldo, Cristiano: sensazioni? «Piacevoli, in effetti non capita tutti i giorni di fare una doppietta alla Juventus e in genere a riuscirci sono soltanto grandi calciatori. Tuttavia quel giorno non siamo riusciti a fare punti e io sono venuto qui per provare a salvare il Benevento».

Quando le hanno proposto il Benevento cosa ha pensato? «Per me era una occasione importante, in Turchia ero finito ai margini. In quei giorni sapevo che stavano già per firmare elementi del calibro di Sandro e Sagna, ho incontrato Vigorito che mi ha detto di volerle provare tutte per centrare la permanenza in A e mi ha convinto con il suo attaccamento alla squadra. Come dite qui, il presidente è un vero top player».

La missione però sembra impossibile, non le pare? «In effetti è durissima, però non mi arrendo. Del resto, il gruppo è unito nonostante le difficoltà. Fino a quando la matematica non ci condannerà, dovremo provare a compiere un miracolo».

Cose le riserverà il futuro? «Non lo so, però mi piacerebbe restare in Italia. Qui mi trovo bene, mi piace tutto: il clima, la cucina e ovviamente il calcio».

Non potrebbe essere altrimenti, considerando i tanti gol. Cos’altro le piace? «La danza. In realtà sono timido e danzare mi aiuta a tirare fuori quello che ho dentro. Certe volte lo faccio anche in area di rigore…».

Fonte: gasport

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