La tendenza di un anno fa si è invertita. Nella scorsa stagione era il Napoli a segnare a valanga e la Juventus a speculare, mentre adesso i bianconeri hanno iniziato a fare tanti gol e con il passare delle giornate ci hanno preso anche gusto. Merito del camaleontico schema offensivo inventato da Allegri che nella gestione delle sue punte ha praticamente fatto girare un po’ tutti. Higuain, Dybala, Mandzukic si alternano sia nel ruolo di rifinitori che in quello di punta centrale. Attorno a loro, poi, ci sono gli esterni, quelli che devono accendere l’interruttore e innescare gli attaccanti veri e propri. Da questo punto di vista Douglas Costa, Bernardeschi e Cuadrado sono una vera garanzia. Sono tutti e tre dotati di mezzi tecnici e atletici invidiabili e ogni qual volta partono palla al piede sono dolori per la difesa.
Un modo di attaccare l’avversario che differisce rispetto a quello del Napoli nel quale è la palla a viaggiare veloce e non le gambe di chi la deve portare. Passaggi brevi e tante triangolazioni, pochi cross al centro e pochi palloni alti. Questo quando il tridente è quello dei piccoletti (Mertens, Insigne e Callejon), perché da quando è entrato anche Milik a pieno regime, il gioco di Sarri è inevitabilmente cambiato. Con il polacco cambia la musica, ma non certo lo spartito, perché il Napoli non ha snaturato la sua idea di calcio. Arek ha portato fisicità e sopratutto gol, quelli che agli attaccanti azzurri mancavano (anche troppo) dall’inizio del 2018. A Torino non è sicuro di partire dall’inizio, perché Mertens è sulla carta il titolare del tridente, ma viste le sue ultime prestazioni si giocherà le sue carte fino all’ultimissimo allenamento.
Potrebbe piacerti anche