CdS – La corsa scudetto è stata decisa dal mercato di gennaio

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Otto giornate per lo scudetto

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Non c’è assolutamente nulla di scritto – otto giornate sono tante e può davvero ancora accadere di tutto – ma la corsa scudetto è ieri passata dal mercato di gennaio.

Politano, l’uomo dei desideri del Napoli, il giocatore su cui si era concentrato Sarri dopo il no di Verdi, è stato decisivo nel pareggio del Sassuolo. Cuadrado, il giocatore richiesto da Arsenal e Psg, bloccato però da Allegri ancora prima dei problemi fisici, è stato decisivo nella vittoria della Juve contro il Milan. Il suo gol ha ridato slancio ai bianconeri, che poi hanno chiuso la pratica con Khedira. È così che, nella giornata in cui sulla carta poteva essere il Napoli ad avere una tappa di avvicinamento più comoda allo scontro diretto del 22 aprile, è stata invece la Juve a riportarsi a più quattro, con la forza dei suoi campioni e di una dirigenza – da Agnelli a Marotta, da Paratici a Nedved – che sa bene come far fronte comune con il proprio tecnico e stoppare una cessione eccellente che in certi momenti vale come un grandissimo acquisto. In una corsa scudetto che comunque resta aperta, perché da una parte e dall’altra gli impegni veri non mancano.

Nella lotta Champions si è invece fermata la Roma che, come ha detto onestamente Di Francesco, ha molte cose su cui riflettere. Certo è che ancora una volta, pur con pochi minuti a disposizione, è toccato a Dzeko mettere la firma sulla partita, rinnovando la banalità più grossa nel mondo del calcio: puoi parlare o inventarti progetti di qualsiasi tipo, ma poi sono i grandi giocatori a fare la differenza. Esattamente come in Premier sta facendo Salah, un altro strepitoso giocatore. Va ricordato sempre nel bilancio di Di Francesco, che rispetto allo scorso anno ha letteralmente dimezzato il potenziale d’attacco. Ma adesso bisogna guardare avanti e in vista del Barcellona preoccupano le condizioni di Nainggolan, che però ha un carattere di ferro. Averlo al Camp Nou sarebbe importantissimo.
Anche il suo infortunio ha pesato sul pareggio col Bologna, che però merita applausi per il coraggio dimostrato, così come merita un apprezzamento Donadoni, che pure si è beccato i fischi del pubblico per la sostituzione di Verdi in pieno recupero. I tifosi, sia chiaro, hanno il diritto di esprimere sempre la propria opinione, ma forse col tempo si capirà meglio quanto sia e sia stato importante Donadoni. Il pari di Bologna ha intanto permesso a Inter e Lazio di avvicinarsi ai giallorossi. C’è sempre la firma di Icardi nell’Inter, così come c’è la firma di Immobile nella Lazio che pure ha sofferto un po’ troppo con il Benevento. È finita però con una goleada che ha portato i biancocelesti a toccare quota 73 reti in campionato dopo 30 partite, quasi due e mezzo a gara! Un record assoluto nella storia della Lazio, una cifra mai toccata neppure con Zeman o Eriksson, 73 gol che permettono a Inzaghi di brindare ai miglior attacco della serie A.

Di certo da Immobile a Felipe, da Luis Alberto a Milinkovic Savic, la Lazio ha una qualità offensiva notevolissima: gente che si muove davanti a Lucas Leiva, che – senza esagerazione – è tra gli acquisti più azzeccati da un club italiano negli ultimi dieci anni. Le idee a volte valgono più dei soldi.
Suggestivo sottolineare che, nel giorno dei suo ultimo saluto, abbiano vinto le tre squadre allenate da Emiliano Mondonico. Ha stravinto il Torino – complimenti a Mazzarri per la mossa decisiva di Ljajic – ha vinto l’Atalanta e ha confermato di essere una squadra giovane e con un grande futuro la Fiorentina. Forse adesso si comincia a capire qual è stato il progetto – sì, in questo caso il progetto – dei Della Valle e dei dirigenti viola: puntare su un tecnico capace come Pioli mettendogli a disposizione un gruppo di ragazzi di valore. Da Chiesa a Simeone, senza dimenticare quell’ex giovane (nel calcio si è ex giovani a 26 anni…) come Saponara. Uno che potrebbe in futuro anche regalare all’Italia quella fantasia che stiamo disperatamente cercando.

Fonte: CdS

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