R. Auriemma: “Il Napoli è il frutto del suo stesso lavoro”

Il collega di Mediaset Premium parla della volata scudetto e del momento degli azzurri

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R. Auriemma: “Il Napoli è il frutto del suo stesso lavoro”

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Resta da capire quanta forza avrà il Napoli di vivere lo stress da unica antagonista al potere costituito. E’ l’unico interrogativo sul quale soffermarsi ora che il duello per la vittoria dello scudetto è tornato ad essere aspro. Sulla serie A ci sono i riflettori dell’Europa tutta, quella che ormai rassegnata a raccontare lo strapotere esistente negli altri 4 top campionati europei. In Ligue1 impazza il Psg con 83 punti e il Monaco è staccato a quota 66, in Bundesliga il Bayern a 66 e lo Schalke a 49, in Premier domina il Manchester City 81 e lo United insegue a 65, nella Liga è in testa il Barcellona con 75 punti e l’Atletico è indietro a 64: solo in Italia il discorso scudetto è ancora aperto alla Juventus (75) ed al Napoli (73). Incredibilmente, alla luce del mercato fatto da Madame per rinforzare la panchina (141 milioni investiti) e dotare Allegri di una corazzata in grado di navigare contemporaneamente in tre competizioni: anche con un turnover di 6 calciatori, non si notano differenze tecniche. Con stupore, ripensando a quelli che sono stati, invece, i movimenti di mercato effettuati dal club azzurro nella doppia sessione estate/inverno: 20 milioni di euro per prendere Mario Rui, Ounas, Machach e Milic. Il Napoli è il frutto del suo stesso lavoro, dell’impegno quotidiano al quale si stanno sottoponendo da tre anni tanti onesti calciatori e qualche campione piovuto dai top club. Tranne Reina, Albiol e Callejon, non ci sono nel Napoli attuale altri elementi abituati a battersi per i grandi traguardi europei. E non è nemmeno un caso se a risolvere una gara complessa come era diventata quella col Genoa, sia stato un campione del mondo (Albiol) con quel rabbioso colpo di testa che ha scardinato la resistenza genoana. Il Napoli sta reggendo sul piano nervoso, venendo meno adesso nella qualità tecnico-tattica grazie alla quale aveva dominato per larghi tratti il campionato. La squadra di Sarri non brilla nelle doti agonistiche e ha bisogno di avere sempre il pallone tra i piedi per evitare che gli altri possano essere superiori. Alcuni dati testimoniano questa tesi: è la formazione che subisce meno falli in A (249, contro i 469 del Cagliari primatista) ed è ultima anche nei duelli aerei (727, contro i 1.272 del Crotone). E poi ha perso brillantezza, come confermano il dato relativo ai tiri nell’ultimo turno di A (solo 14, con 6 squadre che ne hanno fatti di più) e i dribbling per “uno contro uno” (solo 21, con 15 squadre che hanno osato di più). Ce la farà il Napoli a resistere per altre 9 battaglie?

La Redazione

 

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