Napoli-Genoa…quello scherzando scherzando si dicono le cose!
Napoli-Genoa…
Dopo che da Ferrara, dove noi vincemmo con una modesta dose di deretano con un goal del fu Ghoulam(… che il ginocchio ti sia lieve, ovunque tu sia…), arrivano notizie confortanti per il campionato e per l’autostima di tutti i partenopei che hanno a cuore le sorti della squadra azzurra, al San Paolo arrivano i rossoblu gemellati del Genoa con in attacco l’ex Pandev, l’unico uomo sulla faccia della terra a cui sinceramente non invidio i capelli.
Ma tralasciando il fattore tricologico e il fatto del gemellaggio, poche storie, stasera non possiamo fare sconti, tocca vincere.
Prima dell’inizio però c’è da osservare il minuto di silenzio in onore di uno dei giornalisti che più era entrato nei cuori dei tifosi, grazie al suo fare simpatico e coinvolgente e che ci ha lasciato in settimana.
Addio quindi a Luigi Necco, divertente e amato cantastorie dei nostri anni calcistici più felici.
Se puoi, caro Luigi, intercedi per noi tutti.
In tutti i modi, abbiamo bisogno dei 3 punti e dopo il saluto dovuto al nostro Necco, dobbiamo farli.
Il Genoa sembra però non volerli mollare facilmente, perché non solo si difende con intelligenza e ordine, ma addirittura va pure ad impensierire il neo rossonero Reina, che non si prodiga in nessuna parata importante, è vero, ma comunque trema come tutti noi in un paio di occasioni. E noi che facciamo?
Per buona parte del tempo poco, forse proprio niente, se si escludono un tiro sbilenco di Mertens e basta.E in più si è infortunato pure Hamsik. E che BEEP!!
Il Genoa invece và così vicino al vantaggio che ho urlato come se il goal l’avessimo preso sul serio e quel pallone di Spolli di testa fosse finito davvero in rete, e non sul palo di supporto della rete…
FIUUU!!! Siamo stati baciati dalla fortuna! (Cioè, non ho detto proprio così, ma il senso era questo.)
L’occasione dei rossoblu sembra però scuotere il Napoli che si riversa nel campo avversario più convinto, andando prima a sbagliare un goal con Mertens a cui non entra il tiro a giro a pochi passi da Perin e incredibilmente con Allan che, sovvertendo secoli di scienza e fisica, riesce a sparare alla metropolitana di Piazza Amedeo un tiro da due metri o poco più, dandomi una sicurezza importante.
Quella che, se malgrado il sangue che mi è salito al cervello, non mi è venuto un coccolone in questa occasione, difficilmente potrà venirmi per qualche altro goal divorato.
E infatti, quando poco dopo Insigne colpisce il palo di testa, a Perin battuto, la cosa l’ho presa con nonchalance, imprecando solo educatamente alla sorte.
Niente, non sfondiamo nonostante le azioni importanti e i miei patemi, così il primo tempo finisce 0-0.
Una cardioaspirina a scopo precauzionale e sono pronto ad affrontare il secondo tempo.
Che inizia diversamente dal primo, a dire il vero, cioè con il Napoli in avanti e il Genoa che riparte in contropiede.
Le occasioni importanti le hanno soprattutto i liguri però, dando modo a tutti noi di provare qualche sentimento in più per Pandev, ex che ha lasciato dei buoni ricordi, che, forse per riconoscenza o forse per una questione podologica(piedi così e così…) ci grazia da pochi metri.
Altro FIUUU di scampato pericolo e siamo di nuovo davanti a cercare il vantaggio.
E qui le mie coronarie sono messe a dura prova di nuovo, prima quando Mertens si inventa una giocata dal limite e colpisce il palo interno, poi quando Callejon non riesce a concludere davanti a Perin.
L’ho pensato e lo scrivo: Questa partita non la vinciamo, anzi, è facile che la perdiamo pure se Hysaj continua a comportarsi da gnorri nelle sue azioni difensive, e poi domani ci dovremmo sorbire pure tutti gli sfotto’ di quelli là.
E invece, ancora una volta, il Dio del calcio mi dimostra che io, di questo sport, ci capisco come il ministro Fedeli di cultura.
Assolutamente niente.
Infatti, su un calcio d’angolo troviamo il goal del vantaggio e della vittoria.
Solita esecuzione sul primo palo e mentre già pensavo alle simpatiche paroline da urlare al battitore come avevo fatto in tutti i precedenti tiri dalla bandierina, la palla finisce sulla nuca/testa di Albiol e carambola in rete.
Eureka!
E chi se lo aspettava che avremmo mai segnato di testa!
-Ora non ci resta che amministrare e portare a casa i 3 punti, penso improvvisamente fiducioso.
E più o meno è così fino alla fine, anche se con qualche piccolo patema e qualche Vaffa sparso qua e là all’indirizzo di un paio dei nostri, rei di non riuscire a tenere palla e di non chiudere la partita al momento giusto.
E sto parlando con te, Lorenzo!!
Non fa niente però, l’importante era vincere e ci siamo riusciti, mettendoci così a due punti dalla vetta e con ancora una flebile speranza di entrare nella storia.
Una buona festa del papà per tutti, quindi, tranne per quelli a cui la nostra vittoria ha fatto rodere il BEEP e per quelli a cui non piacciono le zeppole di San Giuseppe, due categorie per le quali, ad essere onesti, non provo nemmeno un po’ di empatia.
A cura di Vincenzo De Lillo