Mertens arrivò nel 2013 dal Psv Eindhoven e, per 3 anni, resta, fondamentalmente, nella sua comfort zone: giocando da esterno alto a sinistra, in alternativa a Lorenzo Insigne. Con un buon bottino, perchè saranno 38 le reti e 28 gli assist realizzati. Quando, poi, Gonzalo Higuain sceglie la Juventus e il Napoli punta su Arkadiusz Milik, proveniente dall’Ajax, la storia del numero 14 cambia inesorabilmente. Nell’ottobre del 2016 il centravanti polacco s’infortuna gravemente al ginocchio e Maurizio Sarri, non vedendo Manolo Gabbiadini adatto ai suoi schemi, prova proprio Mertens nel ruolo di punta centrale, da falso nueve sostanzialmente. Dries, o Ciro come lo chiamano dalle nostre parti, lui che più che belga assomiglia ad uno scugnizzo dei Quartieri, però diventa un vero nueve e lo dimostrano i numeri: 51 reti e 25 passaggi vincenti rendono l’idea di quanto il suddetto calciatore sia diventato fondamentale nell’economia del gioco napoletano. Oltre ad essere determinante in zona gol, inoltre Mertens lo è in fase di costruzione della manovra, grazie alla sua abilità di staccarsi dai blocchi difensivi e giocare di sponda, spalle alla porta, per chi gli è vicino. Proverbiali i suoi tocchi di fino che fanno meravigliare la gente che popola il San Paolo. Due carriere in una, si può riassumere così Dries Ciro Mertens.