Insigne, Raiola e la Doa: facciamo il punto della situazione

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Una settimana nemmeno delle più facili quella di Insigne chiamato da Raiola a svincolarsi dai suoi procuratori storici per unirsi alla sua scuderia. «Insigne per adesso sta con un procuratore con il quale deve risolvere delle questioni. Per il momento non posso essere il suo procuratore, anche se mi farebbe molto piacere. È un giocatore unico, ha delle giocate spettacolari se messo nelle giuste condizioni tattiche. Il Napoli ci ha abituato a non vendere i suoi pezzi pregiati, per il suo futuro vedremo» ha detto in una intervista a Raisport.
Il talento napoletano, infatti, è sotto procura fino ad aprile 2019 della Doa Management Srl, e precisamente dei tre procuratori Antonio Ottaiano, Fabio Andreotti e Ciccio Della Monica, che lo seguono fin da quando era giovanissimo e muoveva i primi calci e cioè prima di approdare nel settore giovanile del Napoli. Un percorso che lo ha portato fino all’ultimo contratto firmato con il Napoli fino al 2022 sottoscritto il 22 aprile con il nuovo ingaggio portato a cinque milioni. Aspettare il 2019, svincolarsi e pagare una penale oppure trovare un punto d’intesa le strade alle quali è chiamato Insigne se vuole approdare alla corte del procuratore di Angri. La speranza è che le prossime tappe della vicenda non interferiscano nelle sue ultime prestazioni. A giudicare da quanto visto ieri sera sembra proprio di no.
Intanto Antonio Ottaiano è in attesa anche che venga discusso l’appello sulla sua sospensione di quattro mesi decretata dalla commissione di procuratori nazionali per una vicenda legata alla procura di Roberto Insigne che aveva chiesto di accertare l’invalidità e l’inefficacia del contratto di rappresentanza da lui sottoscritto in favore di Ottaiano e della Doa Management Srl.
La richiesta di Roberto Insigne alla commissione procuratori è stata inoltrata il 14 luglio 2017, un altro segnale che in quel periodo si cominciarono ad incrinare i rapporti incrinati tra le parti.

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Fonte: Il Mattino

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