Nona da record, il Napoli risponde così alla Juve
Mai una striscia consecutiva di vittorie così lunga. Gli azzurri rispondono alla Juve e mantengono il primato
Il Napoli di Sarri aggiunge un altro record: contro la Spal piazza il nono successo consecutivo per la prima volta nella storia azzurra. Arriva un’altra risposta alla Juve con il controsorpasso al vertice dopo la vittoria nel derby dei bianconeri.
Vittoria modello Juve. E il successo del Napoli è stato proprio in stile Juve, una vittoria di misura (1-0), meno occasioni rispetto al solito ma pericoli pari a zero dalle parti di Reina: partita controllata senza patemi dopo il gol iniziale di Allan, anche per l’inconsistenza offensiva della Spal, però poco fiammate offensive in un pomeriggio piovoso al San Paolo e su un campo pesante. Una squadra concreta più che spettacolare: obiettivo raggiunto attraverso una prestazione attenta anche se priva dei consueti fuochi pirotecnici in attacco. Si ferma infatti Mertens, che era sempre andato a segno nelle ultime quattro partite (5 gol), e non si sblocca Insigne, ancora a digiuno nel 2018. Annullato con il Var per fuorigioco il gol del raddoppio a Hamsik: slovacco ammonito per aver rotto nell’esultanza la bandierina con un calcio.
Partenza sprint. Nessuna deconcentrazione in avvio, stavolta il Napoli non subisce gol nel primo quarto d’ora e anzi produce lo sforzo maggiore. Aggredisce la partita e l’avversario con grande intensità: Insigne colpisce il palo (conclusione deviata da Salomon), Allan sblocca il match dopo uno scambio a tutta velocità con Callejon e una percussione formidabile palla al piede, l’esterno spagnolo con un tiro al volo ravvicinato impegna Meret in un intervento super. La Spal paga dazio alla grande partenza azzurra subendo la nona rete del campionato nel primo quarto d’ora: rischia di affondare la squadra di Semplici che poi con il passare dei minuti si riassesta nella fase difensiva non proponendo però nessuna trama realmente incisiva. Gli ospiti si difendono con nove uomini perché anche Kurtic, che dovrebbe fare il trequartista, si abbassa sulla linea dei centrocampisti e rincorre gli avversari. Resta così isolatissimo Antenucci: l’allenatore della Spal lancia le due punte inizialmente in panchina (Paloschi e Floccari) nei dieci minuti finali ma la sostanza non cambia.
Tornano i titolarissimi. Dopo la figuraccia in Europa League contro il Lipsia il tecnico azzurro si riaffida a tutti i titolarissimi. Da centrale difensivo torna Albiol, lo spagnolo si conferma il vero regista del reparto e con lui in campo torna ai livelli abituali Koulibaly che gioca decisamente più tranquillo e non sbaglia nulla neanche negli appoggi (il Napoli per la tredicesima volta in campionato non prende gol e con 15 reti al passivo si conferma migliore difesa con la Juve). Mario Rui è il terzino sinistro con Hysaj che si riposiziona a destra: con gli spazi chiusi i due terzini però spingono poco e tra i due si propone i più l’albanese a destra in coppia con Callejon. A centrocampo Allan torna da mezzala e il suo rientro è fondamentale: quantità, qualità, movimento senza palla, pressing. Il brasiliano è un tuttofare, va a mille all’ora dal primo all’ultimo minuto, senza sbagliare nulla. Jorginho torna playmaker e gira palla velocemente: l’italo-brasiliano gioca sempre a un tocco e la manovra ne trae giovamento. Si ricompone il trio di centrocampo con Hamsik che contro la Spal viaggia a fase alterne. Meno pungente il tridente: Callejon è vivace a destra, Insigne parte bene ma cala alla distanza, Mertens viene ben controllato e riesce a regalare solo un paio dei guizzi dei suoi sfiorando la rete a metà secondo tempo.
Solidità. Il Napoli mostra solidità, la qualità emersa in questa stagione e regge nella guerra di nervi con la Juve: un passo in avanti a livello mentale con gli azzurri che riescono a tenere ancora la Juve alle spalle e si confermano da soli in vetta per la nona giornata consecutiva (sedici volte in questa stagione) raggiungendo quota 66 (cifra record dopo 25 partite). Squadra compatta che non concede nulla, pressa alto e lotta in fase di non possesso: fa rivedere cioè le qualità mancate totalmente contro il Lipsia. Minore lucidità nelle giocate offensive, al Napoli è mancata la ferocia abituale per chiudere la partita con il gol del raddoppio. Ma è un’altra vittoria preziosissima.
Fonte: Il Mattino