Lui, a Empoli, non è mister Sarri. E’ solo Maurizio. Come fosse uno di famiglia. E d’altra parte Sarri a Empoli è rimasto tale: molto più dell’allenatore che li ha riportati in serie A. Quest’ anno la squadra toscana è al vertice della classifica di serie B sotto la guida di Andrea Andreazzoli.
Quando entra al campo per allenarsi, sono almeno in cinquanta ad assistere alla seduta e ad applaudire. Ci sono però quelli che commentano l’ultimo successo del Napoli. «Sabato sera ci è venuta la pelle d’oca a vedere quella partita», ammette senza vergogna Bruno Seri. «Quell’azione spettacolare che ha portato al gol di Mertens contro la Lazio non ci ha sorpreso: la vedevamo tutte le settimane qui davanti ai nostri occhi». La mano di Sarri è rimasta la stessa, come l’affetto di questa gente che lo ha visto crescere e specifica «quando era ancora Maurizio e non Sarri». Non mancano i rimpianti, ovviamente. Su tutti quelli di Gaetano Cinelli. «Ricordo perfettamente che disse al presidente: Rimango se mi prendi un paio di giocatori senza vendere nessuno e poi vi porto in Europa. Corsi non poteva accontentarlo e così lui ha scelto Napoli». Per il bene anche dello stomaco di Gaetano. «Grazie a Maurizio ho vinto un anno di gelati gratis con un amico di Scario: io lo avevo rassicurato sulle qualità dell’allenatore che aveva preso il Napoli, ma lui non mi credeva e allora abbiamo fatto una scommessa che ho vinto».
Il Mattino