Maledetto crociato, anche Ottavio Bianchi se lo ruppe due volte
Un anticipo della lunga intervista rilasciata al Cds
Parlando del crociato
Ha qualche rimpianto, signor Bianchi? «Il tempo che ho dovuto perdere per i recuperare la condizione dopo i gravi infortuni: il primo crociato me lo sono otto a 17 anni, il secondo a 27 anni e, all’epoca, le tecniche chirurgiche non erano così avanzate come lo sono oggi. Il dolore era lancinante e infinito, i mesi non passavano mai: praticamente, la mia è stata una carriera senza ginocchia. Per il resto, mi ritengo un uomo fortunato: ho vissuto nel mondo del calcio, come desideravo sin da bambino. Quando mi domandavano: che cosa vuoi fare da grande? Dentro di me rispondevo: possibile i grandi non capiscano che io voglio fare una cosa sola, il giocatore?»