Cucci: “Dopo 6 anni Mazzoleni si ripete”

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L’arbitraggio di ieri pomeriggio al San Paolo del bermasco Mazzoleni non ha tutti è sembrato impeccabile, anzi molte polemiche sono state sollevate per la sua condotta di gara. Su questo e sulla questione Var, ha impostato il suo editoriale per “Il Roma”, Italo Cucci:
“L’11 agosto 2012 i tifosi del Napoli sancirono l’incapacità dell’arbitro
Mazzoleni dopo l’esibizione pechinese, insomma anche un po’…canina,
oltrecché esotica. Non è cambiato e ne ha fatto le spese il Bologna.
Mazzoleni ha dato un ottimo contributo al dibattito esploso sui social
fra napoletani e juventini (questi, reduci dall’impresa di Verona
esaltata dall’arbitro napoletano Maresca) ma nell’errare (metteteci pure
humanum est) ha rivelato lo stato pietoso del mondo arbitrale dopo
l’esibizione di Tavecchio, Nicchi e Rizzoli alfieri della Var, lo
strumento che ha reso ufficiale e lecita l’ingiustizia. Poco m’importa,
onestamente, di Juve e Napoli che avrebbero probabilmente battuto Chievo
e Bologna con le loro forze, e basta: il duello è ormai un’esclusiva di
Sarri e Allegri, visto che l’Inter di Spalletti non riesce a battere la
Spal mentre Simone Inzaghi finisce nella trappola di Gattuso.
M’interessa piuttosto mostrare l’anima vera della Var, quella esibita in
Crotone-Cagliari: ai calabresi sono stati rubati due punti preziosi che
da quelle parti potrebbero esser chiamati salvezza. Stupisce che
l’autore della partitaccia sia stato un arbitro di valore come
Tagliavento: stupisce ma non troppo, perché questo è sicuramente uno
degli arbitri che vuol difendere la propria personalità e capacità,
rifiutandosi di sottoporre ogni dubbio allo strumento chiarificatore che
spesso certifica balle cinesi. Viene in mente un vecchio detto, “ non
datemi consigli, so sbagliare da solo”. Con un minimo di decenza la
Federcalcio dovrebbe incrementare la sperimentazione e soprattutto
rendere comprensibile il protocollo, una sorta di manifesto
dell’incomunicabilità adottato per far fessi i semplici, gli
appassionati di calcio che vedono turbato l’antico rito. L’unica partita
non contagiata dalla Var, Milan-Lazio, è stata anche la più bella,
rispettosa dei valori tecnici altrove bistrattati, frutto del lavoro di
un ruvido panchinaro poco avvezzo alla bellezza, fautore della
concretezza. Anche in questa partita c’è chi lamenta – la Lazio – un
errore arbitrale. Non ignorato nè confutato dalla Var. Mi sembra
normale, come una volta. Quando gli arbitri erano solo uomini non pseudo
robot.”

Factory della Comunicazione

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