R. Muni: “E’ una guerra di nervi”

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La sfida tra Juventus e Napoli, elencate in rigoroso ordine alfabetico, è in pieno svolgimento e si sta consumando a distanza, tra dichiarazioni al vetriolo ed opinioni molto poco equidistanti. Ad essere oggetto di un autentico bombardamento mediatico è soprattutto la squadra di Maurizio Sarri. Probabilmente perché quella bianconera è la squadra che da sei anni domina il nostro campionato in maniera pressoché incontrastata, oppure per l’enorme peso politico nel mondo del pallone italiano, della famiglia Agnelli, proprietaria, oltre che della squadra bianconera, anche del gruppo FIAT, ossia uno dei principali sponsor della lega calcio di serie A. La guerra di nervi è alimentata sia dalle dichiarazioni di Sarri che del suo omologo juventino. Il primo che ironizza sugli intrecci di mercato tra Napoli, Sassuolo e Marotta, dirigente della Juve. Quest’ultimo, mostrando una scarsa vena ironica, ha persino risposto per le rime. Infine Allegri, nel tentativo di ostentare la propria vena pungente da bravo toscano doc, forse perduta per i troppi anni lontano dalla regione nativa di Dante Alighieri, etichetta Sarri come piagnucolone e pronostica che gli azzurri concluderanno la stagione con 86 punti. In realtà, lo stesso tecnico bianconero ammette che la quota scudetto supererà quota 90. Probabilmente, immaginando (oppure augurandosi) lo stesso punteggio della passata stagione, ignora che la proiezione finale del Napoli è ben al di sopra dei famigerati 90 punti. Uno degli argomenti più spesso utilizzati per minare le certezze del granitico gruppo azzurro, è il futuro di Maurizio Sarri, ossia il fulcro attorno al quale ruota l’intero progetto di Aurelio De Laurentiis. Il Napoli è soprattutto la massima espressione del sarrismo, l’esaltazione e la sublimazione del gioco del calcio. È ovvio che senza il suo mentore, il tutto si sgretolerebbe come un castello di sabbia. È il presunto interesse del Milan, lo spauracchio creato apposta per gettare il seme dell’incertezza nell’ambiente partenopeo. Tuttavia, al termine della partita di Bergamo, è stato lo stesso attore, protagonista suo malgrado, a mettere a tacere questi fastidiosi ed inopportuni rumors di fantamercato. Innanzitutto, ha smontato il mito della clausola rescissoria definendola un falso problema e, dopo aver ribadito che nel calcio sono necessari cuore, dedizione e lavoro, ha chiosato la questione affermando che, con ogni probabilità, non ci saranno grosse sorprese. Non è solo il tentativo di smontare il bellissimo giocattolo azzurro a risultare sgradevole ma anche la maniera con cui sono stati analizzati alcuni momenti della partita di Bergamo. In primis, si è parlato per ore del gol di Mertens in presunta posizione di fuorigioco. Le immagini sono state angolate ad arte per giustificare la tesi dell’irregolarità salvo dover ammettere l’errore tra imbarazzi e facce paonazze. Di contro, non una parola è stata proferita sul gol annullato ad Hamsik, quello che avrebbe chiuso virtualmente la partita, per un fuorigioco inesistente. Il risultato è che, per l’opinione pubblica, il Napoli ha battuto l’Atalanta con un favore arbitrale…proprio come la Juve in quel di Cagliari. Con una sola e sostanziale differenza: i due episodi di Cagliari hanno entrambi favorito la squadra di Allegri mentre i due fatti di Bergamo si sono, al massimo, compensati. Con il legittimo dubbio che la posizione del folletto belga fosse regolare! Chiacchiere e tabacchere, ossia chiacchiere da bar dello sport e fino a qui ci possiamo anche stare. Dove non c’è giustificazione è circa il silenzio colpevole sugli episodi di razzismo che hanno colpito Napoli (città oltre che squadra) e Koulibaly, quest’ultimo persino sfiorato da una bottiglietta di plastica lanciata dagli spalti. La giustizia sportiva, come previsto, è stata molto blanda anche in virtù del fatto che niente è stato refertato dal direttore di gara. Il silenzio colpevole dei mezzi di informazione ha fatto il resto. Benissimo ha fatto il tecnico di Figline a denunciare il comportamento ignobile del pubblico bergamasco ed a quelle parole ci associamo senza alcuna esitazione. Non merita particolare attenzione la dichiarazione del leghista Pini, con parole degne della peggiore bettola padana. Se ne ricordino, il prossimo 4 marzo, tutti i meridionali (napoletani in primis) prima di regalare voti a codesta gentaglia. Per quanto ci riguarda, mai ci rassegneremo ai diversi pesi e misure con cui viene affrontata la piaga del razzismo e mai ci stancheremo di denunciare ogni episodio. Avanti Napoli, Avanti!

Factory della Comunicazione

Riccardo Muni 

@riccardomuni

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