È evidente che i singoli non sono al top. Contro la Juve non si è mai accesa la luce di Jorginho che guida il Napoli da sempre. In affanno anche Hamsik e pallida anche le prestazioni di Insigne e Callejon. L’involuzione e il digiuno di Mertens cominciano a preoccupare anche perché, ed è la prima volta, lo stesso Sarri ha aperto la questione della necessità di farlo riposare. Troppe le individualità in attacco lontane dal top. Il Napoli ha una batteria offensiva che solletica invidia ma che negli ultimi tempi fa immensa fatica. Era un anno esatto che Mertens non restava all’asciutto per 4 partite consecutive: è chiaro che è stanco. Una volta a ogni pallone che toccava si aveva la sensazione che stava per fare qualcosa di divertente e che magari era pronto a una magia. Adesso invece no. «Non avvilirti per le critiche e per i gol non arrivano», ha ribadito ieri Sarri a Dries. Non scappate indietro, continuate a correre in avanti, il monito del tecnico ai suoi. Non sono tanto i gol che mancano a Mertens: la fatica non spiega l’involuzione di spirito e volontà che negli ultimi tempi pare aver colpito il belga. Perché di certo le motivazioni per Dries non mancano. È chiaro che in questi momenti, che nel corso di una stagione prima o poi inevitabilmente arrivano, il Napoli accusa la mancanza di un vero e proprio leader in campo, capace di reggere il timone nella tempesta. Di solito è proprio l’attaccante centrale. Mertens di solito è anche un trascinatore di cuori. Nel suo affanno atletico c’è il fatto che dietro di lui non c’è nessuno. Deve aspettare ancora un mese perché arrivi qualcuno che possa farlo rifiatare: sarà Inglese, in attesa di sapere i tempi di recupero di Milik.