Il rientro, il dubbio, l’idea e gli intoccabili. Il Napoli di Sarri contro la Juve
Sarri studia Napoli/Juve
La pretattica è il passato: chi c’è in palio il futuro (o una sua fetta) e un’opzione che può dare un senso compiuto ad una cavalcata sensazionale, quasi unica nel suo genere, scandita dalle dodici vittorie e dai due pareggi, da una serie positiva che va avanti da nove mesi (ultima sconfitta, il 25 febbraio, con l’Atalanta) e che adesso s’è arricchita da un «nuovo», quasi inedito atteggiamento che sfiora la normalità. La pretattica è una maschera, con cui Maurizio Sarri nasconde se stesso, non un Napoli che (pare) annunciato, che ha gerarchie scolpite secondo caratteristiche personali ed anche variazioni che ormai si possono intuire e leggere tra le pieghe di prestazioni indicative. La pretattica è un luogo comune, che ormai è stato ridimensionato dagli stessi interpreti, capaci d’annusare l’aria di Castel Volturno nonostante le casacchine, i fratini o un vestiario che non apre a rivoluzioni. Sarà 4-3-3 (chiaramente), con quelli che possono essere ritenuti i titolarissimi e su cui Sarri ha costruito le linee immaginarie per far viaggiare la palla e dar vita alle geometrie rapide ed efficaci del calcio spettacolo del Napoli.
PRIMO RIENTRO. Albiol in panchina a Udine ha un perché che viene raccontato dai precedenti: quando il calendario si intasa, ad un giovanotto di 32 anni è preferibile far tirare il fiato, anche per concedere alle proprie alternative (Chiriches nel caso, più raramente Maksimovic) di giocarsi le proprie chanche. Ma ora che lo spagnolo è fresco e pimpante ed ha riposato toccherà di nuovo a lui, naturalmente, che con Reina e con Jorginho costituisce uno dei tre registi della spina dorsale.
IL DUBBIO. Le perplessità, e qui parlerà il medico per dare il suo responso, restano concentrate sulla corsia di sinistra, quella che sarebbe di Mario Rui, se la caviglia sinistra non fosse rimasta ammaccata venerdì in allenamento: a Udine è bastato sistemare Maggio a destra e portare Hysaj dall’altra parte, operazione che verrebbe ripetuta nel caso in cui Mario Rui, il mancino più naturale a disposizione dopo l’infortunio di Ghoulam, non dovesse farcela.
Però le speranze ci sono, e sembrano parecchie, ma la cautela induce ad attendere che arrivi anche il conforto del dottor De Nicola.
L’IDEA. Allan o Zielinski, si potrebbe banalizzare: ma il brasiliano è in vantaggio, di poco però sensibilmente, e ciò sarebbe sufficiente per credere che tocchi ancora a lui mettersi lì in mezzo.
Mentre le sfide più recenti inducono a riflettere sulla regia: Jorginho ha speso (anche con la Nazionale) sia fisicamente che psicologicamente e Diawara, che contro la Juventus ne ha giocate tre su quattro nell’anno scorso, diventa una concreta soluzione, potendo eventualmente contare su spazi più rilevanti.
GLI INTOCCABILI. Giù le mani: non si tocca Marek Hamsik e restano inavvicinabili Callejon, Mertens ed Insigne, il tridente che quest’anno ne ha fatte diciannove su ventuno dall’inizio e molte altre sarà «costretto» a cominciarne. Napoli-Juventus, non si scappa davvero, spetta a loro.
Fonte: CdS