Un pomeriggio di cultura, un pomeriggio di sport, un pomeriggio di nuove scoperte. Questo l’evento tenutosi ieri, all’Embassy Iqos di Via Filangieri, dove Riccardo Giammarino ha compiuto il suo esordio letterario, presentando il libro «Pittat’»: un titolo ambizioso, dedicato a Vittorio Raio e che gode della prefazione di Francesco De Luca de Il Mattino. L’opera cerca di esplorare il rapporto che vige tra il Calcio Napoli e la propria tifoseria attraverso i murales della città. All’evento hanno presenziato anche alcune importanti personalità come l’assessore allo sport Ciro Borriello e il giornalista Carlo Zazzera. Ecco le voci e le testimonianze dei protagonisti registrate da ilnapolionline.com, presente ieri all’evento:
Riccardo Giammarino: “Il libro cerca di raccontare il rapporto che intercorre tra la città e la tifoseria tramite i murales. Vengono ripercorse tutte le ere del Calcio Napoli, un viaggio attraverso le mura dei nostri quartieri, tra campioni e fuoriclasse. Dal Napoli di Diego a quello di Higuaín, nessun periodo viene escluso. Nei murales ci sono anche molte righe dedicate a Ciro Esposito. La sua vicenda ha dimostrato quanto vale per lo Stato italiano la morte di un napoletano: nulla. La questione è stata trattata prima come un agguato di camorra e dopo come parte di un mondo ultras pericoloso e malsano, quindi con tutto il polverone mediatico di Genny A Carogna e altri ancora”.
Ass. Ciro Borriello: “Il libro è un’idea geniale, il racconto d’amore per questa città tramite le sue stesse mura. La storia del Napoli è impressa letteralmente per le strade. Gli anonimi lasciano le proprie tracce per i posteri e in questo c’è tutto l’animo della nostra città. E’ Napoli l’artista vero di questi murales”.
Carlo Zazzera: “Proposi al tempo di fare dei murales sulle tribune del Collana, lato piazza Quattro Giornate. Era un’ipotesi valida per ridare dignità ad una piazza che attualmente versa in condizioni deplorevoli. Il libro è nato in redazione, mentre eravamo con Vittorio Raio. Le nostre riunioni erano sempre molto produttive. Riccardo quel giorno arrivò con l’idea di parlare proprio dei muri della città e a Vittorio la proposta piacque molto. È un’idea che col tempo è cresciuta e da semplice spunto per un articolo è diventato spunto per un libro. I muri parlano e certe volte dicono cose più interessanti di quello che dicono le persone”.