Il Mattino – Napoli, sarà archiviata l’inchiesta sui biglietti
Ha tentato, il capo della Procura federale della Figc Giuseppe Pecoraro, di non confermare che al centro dell’audizione di Palazzo San Macuto ci fosse in particolare il Napoli. D’altronde, l’ex prefetto di Roma avrebbe voluto tenere la vicenda assai riservata, tant’è che non a caso ha scelto la sede inusuale della Filmauro per ascoltare il presidente De Laurentiis martedì scorso. Invece la sua convocazione dinnanzi al Comitato Mafia e Sport della Commissione Bicamerale Antimafia è legata proprio alla notizia dell’audizione di De Laurentiis. Pecoraro ha confermato l’archiviazione del procedimento sui presunti rapporti tra calciatori del Napoli e criminalità emersi nel corso dell’inchiesta della Dia a giugno. E ha poi cercato di fare ordine sul secondo procedimento, anche questo legato all’inchiesta che tira in ballo gli imprenditori posillipini.
In pratica Pecoraro ricostruisce le fasi della sua inchiesta sportiva: dai giornali apprende degli arresti, vede le foto, legge i resoconti e decide di farsi mandare dalla Procura di Napoli la documentazione. Prende atto che non c’è nessuna violazione dell’ordinamento sportivo e archivia: Reina, Callejon e gli altri, con le loro frequentazioni, non commettono alcuna violazione. La stessa Procura non aveva aperto alcun fascicolo nei loro confronti.
C’è, però, una seconda parte della vicenda, racconta il prefetto Pecoraro. E riguarda la disponibilità di biglietti delle gare del Napoli da parte di alcuni pregiudicati ed esponenti della camorra. Anche questo emerso dagli atti dell’inchiesta della Dia di Napoli, guidata da Giuseppe Linares.
Ed è per questo che chiede di sentire De Laurentiis. Ma solo come testimone. Pecoraro, che invece l’ultima volta che era stato ascoltato dalla Commissione, ad aprile, era stato assai duro con la Juventus, il suo presidente Agnelli e le relazioni con gli ultrà legati alla ndrangheta, smonta ogni tipo di coinvolgimento del Napoli. «Ma lei quando apre il procedimento sul club azzurro, che tipo di violazione contesta?», gli chiedono. Pecoraro risponde che non contesta nulla di specifico e che si tratta solo di una indagine conoscitiva. Destinata a essere archiviata anche perché i biglietti, in ogni caso, finirebbero in mano ai presunti malavitosi attraverso degli sponsor e in ogni caso si tratta di tre o quattro tagliandi alla volta. Nessuna violazione, insomma. Nessuna violazione dell’articolo 12 del Codice di giustizia sportiva che dice che non è possibile il bagarinaggio o il contatto con la tifoseria organizzata. Dopo un anno di lavoro della Commissione, 35 audizioni (l’ultima coinvolgerà la Covisoc) Marco Di Lello, coordinatore del comitato, spiega: «Il rischio di infiltrazioni della criminalità nel calcio è concreta perché è un business che fa gola: il bagarinaggio e le scommesse sono le due attività principali ed è per questo che il calciatori devono tenersi lontano dai delinquenti: un camorrista accresce il suo prestigio e il suo status se si fa vedere in loro compagnia». C’è una via di uscita. «L’informatizzazione dei biglietti: in occasione di Napoli-Inter è stato arrestato un pregiudicato che aveva il Daspo e voleva comprare un biglietto. Questa è la strada. Dobbiamo liberare gli stadi dai malavitosi, impedendo materialmente di farli entrare».
La Redazione