Il suo editoriale sulla Gazzetta dello Sport
“Napoli-Manchester City: si affrontano due squadre che hanno messo al centro del loro progetto la vittoria attraverso la bellezza, le emozioni e lo spettacolo. Pensano che il calcio non sia solo agonismo ma cultura, valori e merito. Guardiola e Sarri sono figli della medesima idea, cercano di imporre il proprio gioco grazie a innovazioni, didattiche avveniristiche e sensibilità che solo i grandi allenatori posseggono. Per loro il calcio è musica, arte e inclusione, hanno una visione ottimistica che li apre naturalmente al futuro. Sono due geni che aiutano lo sviluppo e l’evoluzione di questo bellissimo sport. Hanno già vinto a prescindere dal risultato finale, hanno divertito e accontentato il pubblico che gli sarà riconoscente per sempre. Le loro squadre non lesinano emozioni ed impegno, è uno spettacolo che dura 90’ e non pochi secondi. È un calcio che si nutre di passione, generosità, entusiasmo e coraggio. Le due squadre coscienti della propria missione posseggono un valore fondamentale: l’emozione senza limiti con la quale vivono il calcio, ogni singolo allenamento ed ogni partita. I due allenatori si stimano e si rispettano, Pep è il leader indiscusso dell’ultimo decennio: le sue squadre hanno uno stile inconfondibile e innovativo, Maurizio è la più felice sorpresa degli ultimi anni. Le loro squadre si confrontano oggi: si affronteranno senza tatticismi negativi, entrambe convinte del loro gioco e cercheranno di interpretarlo al meglio sapendo che solo così possono sfruttare la sinergia che ne moltiplica forza, idee e soluzioni. Il prevenire, l’essere sempre un blocco di undici, il collocamento preventivo e la capacità di giudizio saranno propedeutiche al miglioramento tecnico-tattico. Pep parte in vantaggio: oltre al gioco ci sono interpreti di maggiore esperienza e qualità, ma gli uomini di Maurizio stanno crescendo pure in un campionato assai meno allenante di quello inglese. I ragazzi di Guardiola possono giocare a ritmi, velocità e con pressing furioso sconosciuti da noi. Quindi un altro problema per gli azzurri è uscire dal pressing avversario che significa per loro un possesso molto più rapido di quello abituale e con molti cambi di gioco. All’andata il City giocò un 3-3-1-3, praticamente in difesa erano tre contro tre attaccanti del Napoli solo saltuariamente si aggiungeva un compagno in movimento. Questo sistema permetteva al City in possesso di avere un giocatore in più nel centrocampo (Delph) e ciò inibiva il pressing azzurro in inferiorità numerica. Pertanto per i napoletani sarà fondamentale essere molto stretti e compatti, avere 11 giocatori in posizione vicina e attiva così da potere scalare velocemente. Se il pressing non si può fare a tutto campo si dovrebbe attuare a centrocampo per non allungare la squadra. Le ripartenze, i tagli, gli attacchi alle spalle della difesa potrebbero creare difficoltà ad una squadra votata all’attacco e così superiore da dimenticarsi del pericolo, cosa che succede anche ai napoletani in Italia. La difesa azzurra a sua volta dovrà anticipare, raddoppiare e non farsi sorprendere dagli attacchi alle loro spalle. I cambi di posizione, la velocità, le convinzioni con cui ci si muove e l’organicità di un gruppo coeso saranno fondamentali per vincere un incontro di grande difficoltà. Il Napoli, non fortunato nei sorteggi, se la vedrà con la squadra più in forma del mondo. Che sia un grande spettacolo, ricordandosi che anche Davide sconfisse Golia”.
La Redazione