Arkadiusz Milik potrebbe definirsi sfortunato, invece, intelligentemente e sensibilmente, non lo fa. «Mi brucia guardare gli altri giocare e ci sto male: ma poi mi fermo e penso che ci sono tragedie ben più gravi della rottura di un legamento». L’attaccante azzurro, ad un mese dall’ intervento, non disdegna l’ipotesi prestito: «Valuto di andare al Chievo a gennaio». Per il momento andrà a Roma venerdì per il primo controllo dal professor Mariani. Ne parla ai microfoni polacchi di WP SportoweFakty. «Sento che la riabilitazione sta procedendo per il meglio: ho cominciato a fare nuoto e anche tanto cardio. Il peggio è passato, ma il primo mese è il più duro: ti svegli di notte per il dolore, mentre ora dormo serenamente». Poi, sul rientro in campo: «Si dice che tornerò a febbraio, ma lo farò quando mi sentirò pronto».
Milik tra presente e futuro: «Sto aprendo un locale a Katowice, in Polonia: si chiamerà Food and Ball. Sarà un pub che parlerà di calcio, con maglie e foto. E’ un’idea di un amico. E sto anche lavorando ad altre attività: a fine carriera non avrò problemi di bancarotta, non sono uno che scialacqua». Finale dedicato ai tifosi: «Non conosco Brasile e Argentina, ma credo che non esista un posto più caloroso di Napoli: a volte firmo cinquanta autografi in cinquanta metri. Non sono ancora riuscito a vedere il centro: lo farò presto». E ai compagni: al siparietto della maglia tra Zielinski e Insigne dopo il gol al Feyenoord. «Piotr voleva farsi un po’ di pubblicità! Scherzi a parte, Lorenzo è stato eccezionale: lui sa bene cosa si prova in questi momenti».