Il punto della situazione – di R. Muni: “Fattore crescita costante”
Commentare due partite in una volta sola non è mai cosa di poco conto. In quattro giorni, da sabato a martedì, i Sarri’s boys hanno fatto visita alla Roma ed al Manchester City, con risultati alternati. All’Eithad stadium gli azzurri hanno perso per 2 a 1, mentre all’Olimpico la squadra di Sarri si è imposta per 1 a 0, grazie ad un gol di Insigne, messo a segno a conclusione di un’azione talmente bella che persino il romanista De Rossi ha voluto parteciparvi, fornendo al Magnifico l’assist decisivo quanto involontario. L’unico comune denominatore delle due partite è stato il fattore crescita pressoché costante ed è questa la notizia migliore della quattro giorni di calcio partenopeo. Partendo dall’impegno europeo, la squadra di Pep Guardiola è tra le migliori presenti nella massima competizione continentale, una replica del Barcellona del triplete con un pizzico in meno di fantasia ma con un livello di fisicità superiore agli omologhi blaugrana. Superata la fase iniziale, che ci ha visti travolti dalla perfetta macchina inglese, gli uomini di Sarri sono riusciti a venirne a capo, sfiorando il pareggio che, dopo la prima mezz’ora di gioco sembrava utopia. Il tecnico nativo di Bagnoli, con una delle sue espressioni colorite, aveva espresso il desiderio di vedere tanta sfrontatezza nei suoi uomini, pronti a palleggiare in faccia al City. Se al triplice fischio c’è stato tanto rammarico per il rigore fallito da Mertens, si può affermare che il desiderio del tecnico azzurro si è avverato. Pep Guardiola non ha mai nascosto la propria ammirazione verso la squadra azzurra e, al netto dei giochetti psicologici di pretattica, è parso sincero. Anche nel dopo partita, il pluridecorato tecnico spagnolo ha confermato la propria ammirazione per la squadra azzurra, arrivando ad affermare che mai si era ‘…trovato a giocare con una squadra come il Napoli, da giocatore e da allenatore…’ e che ‘…è impossibile dominarli per 90 minuti…‘. Parole che devono gonfiarci il petto ed inorgoglirci, parole che rispondono allo squallore di Bargiggia che, al termine del primo tempo aveva fatto sfoggio della propria squallida antinapoletanità. Alle parole di Guardiola aggiungerei solo un consiglio al giornalista (???) barbuto: le partite durano novanta minuti, sarebbe meglio aspettarne la fine per evitare certe figure meschine. La Champions è uno sfizio, il giusto premio ad un gruppo ed un allenatore che fa bene il proprio mestiere da oltre due anni. Le chance di arrivare fino in fondo sono davvero pochissime e questo ben lo sanno tutti, squadra e tifosi. In campionato il discorso è ben diverso ed il successo ottenuto a casa della Roma proietta la squadra azzurra al vertice di una classifica che, sebbene conti poco a metà ottobre, dice che il vantaggio sulla Juve, campione in carica, è di cinque punti. In altri termini, in circa due mesi i Sarri’s boys hanno accumulato lo stesso vantaggio sui bianconeri, conquistato in tutto il girone di ritorno dello scorso torneo. A Roma gli azzurri hanno dato una grandissima prova del livello di crescita e maturità raggiunto. Per oltre un’ora hanno letteralmente travolto i padroni di casa e, nel momento più delicato, hanno saputo finalmente gestire e portare a casa l’ottava vittoria in altrettante partite. Con ancora trenata partite da giocare e novanta punti in palio, ha poco senso guardare la classifica ed il vantaggio sulla Juve che rimane, è bene ribadirlo, la squadra da battere nonché favorita numero uno per lo scudetto. Gli esami non finiscono mai, diceva il maestro Eduardo De Filippo ed effettivamente Hamsik & co sono attesi da un nuovo impegno ostico, un crocevia della stagione, un nuovo banco di prova che ci dirà fino a dove potrà spingersi il Napoli e se davvero potrà osare di sovvertire la propria storia o, meglio, la storia che altri vorrebbero per una squadra meridionale. Al San Paolo verrà l’Inter, reduce da un ottimo avvio di stagione, distante appena due lunghezze dal Napoli e galvanizzato dalla vittoria nella stracittadina ambrosiana. Paradossalmente, violando la casa della capolista, la squadra meneghina salirebbe sul gradino più alto della classifica e, anche per questo, gli azzurri dovranno affrontare e superare, si spera, un nuovo esame di maturità. Chiosa finale per ricordare Massa, indimenticato campione del Napoli che, a metà anni settanta, contribuì alla conquista della seconda coppa nazionale della storia del ciuccio.
Riccardo Muni