A San Valentino De Laurentiis si innamorò di Sarri
Dopo l’addio di Benitez era stato contattato Mihajlovic ed erano spuntate le idee Spalletti e Montella. Alla fine...
Andò così, più o meno: una domenica mattina Aurelio De Laurentiis sprofonda nella poltrona di casa sua, stordito dalla sconfitta di Palermo. E’ San Valentino e a mezzogiorno e trenta c’è Milan-Empoli, che vale la pena di guardare. E’ il momento delle riflessioni, Benitez andrà via e Sarri diventa un’opzione, accantonata per un po’ nel momento in cui sorge l’idea Mihajlovic. Quando con Benitez si arriva ai saluti viene stilata (idealmente) una lista: blitz in Spagna per incontrare Emery; un pensierino a Spalletti, uno anche a Montella, mantenendo però Sarri avvolto nella segretezza più assoluta. I cinque giorni in cui De Laurentiis sceglie sono un susseguirsi di contorsioni, ma in realtà la panchina è stata assegnata, sa di azzardo, ma è uno slancio nel futuro, al quale il Napoli non rinuncia neanche dopo le prime tre giornate faticose. «Può perderne anche sette di seguito, per me non si tocca». Il contratto iniziale cambia dopo un anno, con un’ opzione, che sa di clausola – spalancata nell’estate del 2018: il Napoli può «liberare» il suo allenatore versandogli cinquecentomila euro oppure Sarri può liberarsi pagando (lui o un club interessato) otto milioni di euro. Altrimenti, non dovesse succedere nulla, avanti insieme, appassionatamente, fino al 2020. Almeno fino al 2020. (CdS)