Il Mattino – Ferlaino acquistò il Cagliari per fare uno sgambetto alla Juve

Colpo di genio dell'allora presidente del club azzurro

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È passato un quarto di secolo, di quella storia sono rimasti soltanto i colori delle maglie: l’azzurro del Napoli e il rossoblù del Cagliari. Due società, anzi quasi una. Perché nella primavera del ’92 Corrado Ferlaino, l’ingegnere che aveva vinto due scudetti e la Coppa Uefa, reduce dalla prima stagione post Maradona, decise di acquistare non solo il migliore attaccante dei sardi, Daniel Fonseca, ma anche il club, al 50 per cento.
Suo socio il re del grano Franco Ambrosio, tragicamente scomparso otto anni fa. L’altra quota al rampante imprenditore cerealicolo sardo Massimo Cellino, nominato presidente di quella società un po’ cagliaritana e un po’ napoletana, messa su per evitare che il gioiello uruguaiano andasse alla Juve, così come avevano promesso il patron uscente Antonino Orrù e il direttore sportivo, il salernitano Carmine Longo. Da Napoli sarebbero arrivati i miliardi di lire (20 per il 50 per cento del Cagliari e 16 per Fonseca) e il direttore generale, Giulio Pazzanese, che avrebbe dato un’impronta manageriale al club.
Sempre da Cagliari, un anno prima di Fonseca, era arrivato l’allenatore: Claudio Ranieri, doppia promozione in Sardegna dalla C alla A e poi quel contatto con Ferlaino, che scelse un emergente per gestire il dopo Diego. Era stato lui a spingere per l’acquisto di Fonseca, che stupì l’Europa con una cinquina al Valencia al debutto in Coppa Uefa. Il furore di quella notte di metà settembre al Mestalla si sarebbe presto spento: due mesi dopo il Napoli avrebbe preso un altro allenatore, Ottavio Bianchi, perché rischiava la retrocessione.
La partnership Ferlaino-Cellino durò un anno e non per ragioni calcistiche: nel 93 scoppiò Tangentopoli, che coinvolse Ambrosio e il presidente.
Società molto vicine nella stagione 92-93, mai alleate invece le tifoserie di Cagliari e Napoli, diventate nemiche vent’anni fa, dopo lo spareggio per la permanenza in A perso dai rossoblù contro il Piacenza al San Paolo il 15 giugno del 97. Incidenti nel prepartita e allo stadio, dove vinsero per 3-1 gli emiliani guidati da Lino Mutti, che sarebbe stato nella successiva stagione il tecnico degli azzurri per una manciata di gare: l’indimenticabile campionato dei quattro allenatori e della retrocessione con 14 punti. Per la partita di oggi il Viminale ha dato il via libera ai tifosi cagliaritani.
Gli affari tra i due club sono intanto ripresi nella scorsa estate: Leonardo Pavoletti, attaccante che a Napoli non ha lasciato traccia in sei mesi (costo 18 milioni, dieci partite e zero gol), è stato ceduto per 12 milioni ai rossoblù. Lo ha voluto l’allenatore Massimo Rastelli, napoletano, un anno in maglia azzurra, stagione 2001-2002.

La Redazione

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