Sarri era finito nelle mire del Milan, lo aveva suggerito Sacchi
Lo voleva il Milan. Quella sera napoletana, Sarri non c’è, né in platea né sul palco delle premiazioni, fra Cavani e Capello, Simone Inzahi e Tardelli. Ma le parole del Maestro lo lusingano. A cena, Arrigo pronuncia un altro elogio, non ufficiale epperò non meno impegnativo, condito dalla conferma di un consiglio che, se fosse stato seguito da Berlusconi, avrebbe cambiato molte cose. Il filo invisibile poteva legare Sarri al Milan, suggerito da Arrigo all’ex premier quando si parlava di rifondazione milanista. Invece, non arrivò mai, annegata nel malinconico tramonto del presidente tifoso, le cui titubanze vengono bruciate da De Laurentiis. Alla viglia del campionato, in Rete dilagano le parole di Arrigo: «Due anni fa, Jorginho era una mezza riserva, Insigne e Mertens non partivano sempre titolari. Sarri, attraverso il gioco, cerca di migliorare i giocatori. Allegri ha detto: se uno vuole lo spettacolo, deve andare al circo. Lui punta al risultato, Maurizio ricerca la perfezione attraverso i movimenti, l’aggressione degli spazi, le sovrapposizioni. Il Napoli è condannato a giocare sempre ad alto livello e ad alto ritmo e per me è un’emozione pura quella: vedo riproposti i principi che sono stati sviluppati dalla mia mente. Il Napoli, per il dominio esercitato, mi ha ricordato il Milan che allenavo io. con la differenza che io avevo a disposizione giocatori più forti di quelli che ha Sarri, quindi Maurizio è davvero un valore aggiunto». Il cerchio è chiuso.
Fonte: CdS