Insigne via da Napoli? De Laurentiis reagisce così
«Cedere Insigne? Devono passare sul mio cadavere»
Le braci scoppiettano e ardono sotto la cenere. Eppure sono sempre lì lì pronte ogni volta per affiorare. Non è facile placare De Laurentiis quando parla di Pepe Reina: mesi di inquietudini ma anche di dichiarazioni affilate, allusioni, duelli.
«A casa mia i contratti si rispettano» dice apparentemente con tono soave il presidente del Napoli dal Festival di Venezia, ospite della Fondazione La Biennale. In realtà le sono parole sono come dei tuoni, anche se alla fine spunta l’arcobaleno, con l’ipotesi del rinnovo per lo spagnolo.
«Mai avuto problemi con Reina. Reina ha un contratto che scade l’anno prossimo. È venuto il Paris Saint-Germain e ha detto, ti do cinque milioni più due. Ho detto, grazie e arrivederla. Adesso mi sono arrivati vari messaggi del grande califfo che vuole parlare, vuole discutere, ma di che? È possibile che questi non si rendano conto che noi non stiamo mica lì per fare gli sparring partner».
Il riferimento è Naasser Al-Khelaifi, il presidente del Psg e braccio destro di Al Thani con cui ha già trattato i trasferimenti di Cavani e Lavezzi. «Non ero preoccupato di perdere Reina. Dove doveva andare? Non poteva muoversi. Io non mi privo di Reina e prendo un altro portiere, per quanto bravo sia. Reina ormai sa passare la palla a Insigne o a chicchessia in maniera intelligentissima. Però l’anno prossimo compirà 36 anni: bisogna iniziare a pensare a qualcuno che possa rimpiazzarlo». Nel corso di una intervista a Premium aggiunge: «Poi mai dire mai, può darsi che con Reina si trovi l’accordo per una prosecuzione. Ma dover essere condizionato quando un contratto è ancora in itinere mi sembra non fosse una cosa non bella. Lui forse voleva sistemarsi per un periodo più lungo: lo capisco, c’è la famiglia, i figli che devono studiare, Anche lui capirà e forse andremo ancora avanti oppure finirà l’era Reina».
Ed è un bel muro anche quello che alza su Lorenzo Insigne perché sa bene che quando un tizio come Raiola gironzola intorno sono guai in vista. «Raiola lo ha offerto al Barcellona? Raiola può fare quello che vuole, soltanto che poi deve passare sul mio cadavere e poiché io sono vegeto e vivo… Raiola è un cartone animato simpaticissimo: vado molto d’accordo con lui. Mi ricordo quando voleva portare via Hamsik ma non c’è riuscito, sono 10 anni che sta da noi. Adesso vuole portare via Insigne, vedremo se ci riuscirà… Non credo». De Laurentiis annuncia nell’intervista a Sky anche la voglia di avere un faccia a faccia con Aleksander Ceferin, il presidente della Uefa. «Voglio parlare con lui, i procuratori non possono fare il buono e il cattivo tempo del mercato come stanno facendo da tempo. Mi sembra patetico e cafone pagare certe cifre, come è avvenuto quest’estate per un calciatore. Esalta il Napoli e la sua politica. «Il club di Maradona era morto. Io ho creato una nuova squadra che guarda caso è l’unica italiana che da 8 anni sta sempre in Europa e sta per prendere parte per la quarta volta alla fase a gironi della Champions League». Si tuffa, con generosità, a parlare di mercato. Lo fa sempre, ma non sono mai veri e propri indizi su quello che il Napoli farà. In estate ha parlato apertamente prima di Leno e poi di Rulli, ma alla fine non è arrivato né l’uno né l’altro. «Non sono cosa succederà in queste ultime ore, Berardi mi piace ma sono tanti i giocatori che piacciono a me, Chiavelli e Giuntoli, Zapata e Berardi non so se sono operazioni che si faranno. Gli interessi sono molteplici. Zapata lo cercano Sassuolo, Samp, un club russo, uno tedesco, uno inglese. Sono certo che l’ultimo giorno o non succede nulla e Zapata rimane in casa Napoli e la cosa non mi dispiace oppure c’è l’asta irruente».
E il finale è dedicato a Sarri, che lusinga con tante dolci carezze: «È un grande allenatore che sta mettendo fuori tutta la sua capacità e tutta la sua personalità che ha accumulato negli anni. Anche durante la partita è uno che prende sempre appunti, uno che studia la partita. Io l’ho visto di una lucidità incredibile e non fare mai un errore, non fare mai uno sbaglio».
Fonte: Il Mattino