Sono piccoli indizi, ma sono quelli che poi diventano prove. Il Napoli ha subito «appena» due reti. Da Pazzini del Verona su calcio di rigore e da Cristante dell’Atalanta su azione da corner. Da quando c’è Sarri in panchina, mai il Napoli aveva subito così pochi gol. Il Napoli domina, regala spettacolo, segna e sogna, conosce i propri limiti e la fase difensiva rappresenta un principio d’ostacolo. Ma la crescita è un impulso automatico, si nutre di particolari, e l’avvio di stagione del Napoli chiarisce vari aspetti: la squadra è ancor più compatta (e corta) perché il progetto tattico non s’è esaurito, anzi è a metà strada della propria espressione. E poi la sintonia di Albiol e Koulibaly si è inevitabilmente rafforzata, a centrocampo si conosceranno meglio un po’ tutti – Rog, Diawara e Zielinski avranno sempre più spazio – e Mertens «vero nueve» è consapevolmente una splendida idea, non più un’incognita dettata dalle esigenze. Sono particolari che fanno la differenza. Intanto sono (bei) numeri: serviranno conferme.