Benevento: la notte della strega con i mille tifosi vicini alla squadra
Una rincorsa lunga 88 anni, la spinta di circa mille tifosi che partiranno dal Sannio ma anche dalle regioni del Nord: la notte della Strega è arrivata e al cospetto della Sampdoria di Giampaolo, in uno stadio con il quale in questi anni ha già preso confidenza in Coppa Italia, il Benevento vuole emozionarsi ed emozionare. Andando oltre il sogno del debutto: fare risultato all’esordio in A, così come sabato prossimo alla prima casalinga con il Bologna, significherebbe lanciare un segnale importante al campionato, soprattutto a chi considera la matricola giallorossa vittima predestinata. Niente di più sbagliato, perché nei piani della società c’è un ulteriore passo in avanti in un percorso di crescita che dura da anni.
Le scelte di Baroni. Tanti addii dolorosi, molti volti nuovi, un cantiere ancora aperto perché, con il rientro in Italia del presidente Vigorito, che oggi sarà a Marassi, inizierà una seconda fase del mercato giallorosso. Baroni schiererà una formazione rinnovata per (almeno) cinque undicesimi, ripartendo dall’idea tattica con cui ha vinto i play off, cioè il 4-4-2, formula più equilibrata con la quale provare comunque a tenere in campo quattro giocatori offensivi. Lì davanti c’è tanta curiosità di vedere all’opera Ciciretti (al debutto in A come lo era un anno fa in B, e fu proprio lui a segnare il primo storico gol tra i cadetti) ma anche la garanzia di poter contare sulla spinta di Marco D’Alessandro, arrivato dall’Atalanta per essere protagonista. Ha sposato il progetto Benevento, come ha fatto del resto Cataldi, in cerca di rilancio dopo il Genoa.
Punti fermi. Puscas, l’eroe dei play off, in tandem con Coda, ex Parma, arrivato dalla Salernitana: lì davanti è tutto sulle loro spalle, perché il bomber Ceravolo ha problemi muscolari che lo stanno condizionando dal ritiro e la coperta è corta. La regia di Viola e l’affiatamento di Lucioni (il capitano delle due promozioni di fila) e Camporese al centro della difesa sono i punti fermi. E le certezze a cui aggrapparsi in attesa dei rinforzi. Per smentire molti, per stupire tutti. Come un anno fa.