Gazzetta – Papà Carmine Insigne verso Raiola, c’è il suo zampino nell’operazione

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S ono passati appena tre mesi e pochi giorni dal 14 aprile, quando De Laurentiis decise di convocare i tre agenti di Lorenzo Insigne e il papà Carmine per sancire il prolungamento di contratto del talento di Frattamaggiore fino al 2022. Quella mattina ilsodalizio di vecchia data tra il trio Ottaiano, Andreotti, Della Monica e la famiglia Insigne sembrava più solido che mai e invece a oggi si è sostanzialmente interrotto.

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Formalmente Lorenzo, al pari del fratello Roberto, ha firmato da poco la procura che lo lega fino al 2019 ai suoi storici rappresentanti ma in realtà ha deciso, di concerto con papà, di non volersi più avvalere del loro supporto. La frizione risale a inizio giugno ed è stata per Ottaiano e soci un fulmine a ciel sereno visto che loro si erano prodigati con il Napoli anche per mettere in piedi una serie di discorsi relativi all’immagine di Insigne (si era parlato pure di un libro che ne raccontasse la storia). Nessuno si aspettava la rottura che invece è avvenuta in modo repentino a fine stagione nel periodo in cui Lorenzo era in Nazionale, e chissà che qualche chiacchierata con Gigio Donnarumma non abbia contribuito a «indirizzare» Insigne verso Mino Raiola e suo cugino Enzo. Sia chiaro, non è stato Raiola a cercare Insigne ma il contrario, d’accordo con papà Carmine, è stato Lorenzo a voler entrare in contatto con l’agente di Ibra e Verratti (amico di Insigne fin dai tempi del Pescara). Una scelta che potrebbe avere delle conseguenze se il calciatore volesse cambiare agente prima del 2019 (con una penale da pagare agli attuali procuratori di circa 2,5 milioni di euro) ma che già ha prodotto effetti: Roberto Insigne, infatti, è stato ceduto dal Napoli al Parma (prestito con diritto di riscatto) grazie alla «regia» dei Raiola proprio mentre Ottaiano e gli altri parlavano con l’Ascoli dopo aver già trattato, tra le altre, con Entella, Ternana e Pescara. Ecco perché, in questo caso, siamo già alle carte bollate.

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