Vieri al CdS: “Napoli? Ottima squadra ma c’è una cosa in cui deve migliorare”
L’ex attaccante di Juve, Lazio ed Inter, Christian Vieri è stato intervistato dal Corriere dello Sport. L’ex bomber della Nazionale italiana ha espresso la propria opinione sull’attuale Serie A e sul Napoli. Ilnapolionline.com riporta alcune delle dichiarazioni fatte da Bobo Vieri.
Che Serie A sta nascendo? «Ho il timore che il livello non potrà che rimanere invariato. La Juve la farà nuovamente da padrona e le altre inseguiranno. Certo, siamo solo a inizio luglio e c’è il margine per fare ottimi acquisti e provare a colmare il gap con i bianconeri: staremo a vedere ma, come dicevo, temo non ci saranno grandissime emozioni».
Juventus sempre favorita, dunque? «Assolutamente sì».
Cosa pensa del Napoli? Può migliorare ancora? «Non credo cambierà di molto. Devono fare il salto di qualità necessario per competere e ambire alla vetta. E’ un’ottima squadra che gioca bene e fa divertire. Forse le manca quella giusta dose di cinismo e di continuità: se le acquisisce, può fare davvero la differenza».
La Roma senza Totti: riesce a immaginarla? «No. Si fa fatica. E senza il 10 in campo sarà un’altra Roma. Il tempo passa e prima o poi smettiamo tutti, ma è chiaro che la prima stagione segnerà una svolta epocale che non potremo ignorare o non notare».
Lei è stato un simbolo dell’Italia: davvero sta sbocciando una generazione di talenti? «Sono tutti dei buoni giocatori che possono migliorare molto con l’esperienza e con l’aiuto dei più esperti. Ritengo ci sia un’ottima base rispetto al passato dove la mancanza di un vero e proprio ricambio generazionale ci aveva forse un po’ troppo limitato. E poi un pensiero va al mio amico Di Biagio che ha fatto un ottimo Europeo, ma soprattutto ha insegnato calcio ai giovani e gettato le basi per la loro crescita».
Ci indica i cinque giovani italiani che rappresenteranno il futuro azzurro? «Nomi non ne faccio. L’Under 20 e 21 hanno dei buoni giocatori. Poi, per diventare grande e fare il salto di qualità devi giocare nelle grandi squadre e nei grandi stadi. Da cinque-dieci anni assistiamo all’esplosione di giovani promettenti e questo significa che è stato fatto un buon lavoro di programmazione».
La Redazione